Nomine primari Spoleto-Foligno, il Direttore Duca "Non è il numero che da garanzie ai cittadini" - Tuttoggi.info

Nomine primari Spoleto-Foligno, il Direttore Duca “Non è il numero che da garanzie ai cittadini”

Redazione

Nomine primari Spoleto-Foligno, il Direttore Duca “Non è il numero che da garanzie ai cittadini”

Audizione in III^ Commissione su richiesta di Zaffini, Barberini e Cintioli/ Duca," Conta una buona integrazione fra gli ospedali”/Umbria negli standard accordo Stato-Regioni
Mer, 04/02/2015 - 12:29

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Si è svolta ieri in Terza commissione l’audizione del direttore regionale Emilio Duca e del direttore generale della Usl 2 Sandro Fratini sul processo di integrazione dei presidi ospedalieri di Spoleto e Foligno e sulla nomina dei primari nei posti vacanti. L’incontro era stato richiesto dai consiglieri regionali Franco Zaffini (FDI), Giancarlo Cintioli e Luca Barberini (PD).

Introducendo la discussione, il direttore Duca ha ricordato l’accordo in Conferenza Stato Regioni del 5 agosto 2014, che ha portato all’approvazione del regolamento sulla “Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”. Il documento fissa, tra l’altro, il numero minimo di posti letto delle strutture ospedaliere del servizio sanitario nazionale: su tutto il territorio nazionale la dotazione di posti letto a carico del servizio sanitario regionale deve essere non superiore a 3,7 per mille abitanti, comprensivi di 0,7 posti letto per mille abitanti per la riabilitazione e la lungodegenza post-acuzie, da applicarsi tenendo conto anche della mobilità sanitaria interregionale, attiva e passiva.

“Siamo in regola con questi parametri – ha detto Duca – e non sarà necessario razionare i posti letto. Gli standard compresi nell’accordo Stato Regioni stabiliscono però anche altri indici riguardanti le unità complesse, cioè i primariati. In Umbria sono in numero appena superiore a quello consentito dagli standard, ma i posti effettivamente ricoperti sono in numero inferiore. Inoltre, c’è da rispettare una correlazione fra i volumi di attività di una certa struttura e quelli che sono gli esiti, fondata sul postulato scientifico che la mortalità diminuisce nelle strutture che lavorano di più, mentre nelle strutture ospedaliere dove è minore il numero degli interventi il rischio di morte a 30 giorni è superiore. Per ovviare a questo dobbiamo riuscire a fare rete. Riuscire a dare una ‘vocazione’ a ogni presidio, evitando doppioni e facendo più cose in determinati posti, far spostare non solo i cittadini ma anche le equipe mediche. Ad esempio – ha spiegato – uno spoletino si recherà a fare una certa operazione a Foligno, che si trova a 15 minuti di auto, sarà operato in quella struttura dal medico che lo ha seguito. Per fare questo è indispensabile raggiungere una buona integrazione ospedaliera. Avere più primari non è una garanzia, conta una buona integrazione”.

“La definizione degli standard ci dà dei numeri che noi dobbiamo garantire – ha spiegato il direttore generale della Usl 2 Sandro Fratini – e siamo obbligati a provvedere. Dobbiamo raggiungere una buona integrazione per non perdere posti letto, dato che in Umbria, con un elevato numero di anziani, il 3 per mille è già indice di sofferenza, con ospedali pieni e letti in corsia. Siamo obbligati a cambiare. Dobbiamo far utilizzare al massimo letti e strutture di entrambi i presidi ospedalieri, integrarci portando al massimo i numeri sia di Foligno che di Spoleto, incrementando gli interventi in tutti e due gli ospedali, con equipe che imparino a lavorare insieme e si spostino dall’una all’altra struttura. Se i primari riusciranno a mettere insieme le loro equipe e a decidere dove fare le procedure, avremo l’ospedale unico con numeri che superano gli standard richiesti. Altrimenti, soccomberà il più piccolo per bacino di utenza”.

Il consigliere Zaffini, che nei giorni scorsi ha presentato un’interrogazione chiedendo spiegazioni sul concorso per la copertura dei primariati di chirurgia generale e anestesia e rianimazione del “San Matteo degli Infermi di Spoleto”, è rimasto insoddisfatto per quanto riguarda le informazioni sulla nomina del primario ed ha espresso numerose perplessità: “Va bene distinguere cosa si fa a Spoleto e cosa a Foligno – ha detto – ma dite chiaramente come e quando. Per adesso si va a senso unico verso Foligno e non possiamo integrare dicendo qui chiudiamo e là apriamo. Tra l’altro le due Amministrazioni comunali sono di diverso colore politico ed è quindi certo che scoppierà un caso. Finitela coi ‘giochetti’ e spiegate chiaramente la programmazione dei prossimi due anni”. Zaffini ha ricordato che la procedura selettiva per la scelta del primario deve concludersi entro 180 giorni dalla pubblicazione dell’estratto del bando (2 marzo 2015), e che il bando stesso è molto chiaro sulle caratteristiche che dovrà avere il nuovo primario di Spoleto: “Prevede una comprovata esperienza nella chirurgia robotica e vorrei ricordare che c’è una sentenza del Consiglio di Stato che non consente all’apposita commissione di derogare dalle caratteristiche insite nel bando. Inoltre – ha concluso – all’auspicato rientro del professor Mariani per organizzare la chirurgia di Foligno e Spoleto fa seguito la nomina di un nuovo direttore di dipartimento: chi dei due farà volontariato?”.

Il consigliere Cintioli ha chiesto che i nuovi primari siano i migliori disponibili e che le modalità di scelta siano chiare, frutto di incontri aperti e non di “sotterfugi”, dato che il malcontento fra le due comunità è in crescita. “Sia tolto dal tavolo della disputa politica il tema della sanità – ha detto – perché la salute dei cittadini è più importante delle elezioni amministrative. Inoltre, bisogna coinvolgere maggiormente le comunità locali”.

Il consigliere Barberini ha chiesto di “evitare che le due strutture si riducano a farsi concorrenza, proponendo le stesse cose. Giusta, quindi, l’analisi fatta dai due dirigenti, ma bisogna calare il discorso dentro il Piano sanitario e quindi è necessaria un’accelerazione anche perché non ci sono più le risorse di prima e le leggi sono cambiate”. Il consigliere ha quindi posto una domanda “fuori tema”, a proposito della collocazione del Ser.T di Foligno, ottenendo dal direttore Fratini la risposta che sarà spostato da dove si trova attualmente. Barberini, che aveva chiesto questo spostamento qualche tempo fa, ha sottolineato che “dappertutto queste strutture sono situate nei pressi degli ospedali, essendo evidentemente questa – secondo Barberini – la loro giusta collocazione”.

Prendendo atto di quanto il tema dell’integrazione sanitaria Foligno-Spoleto sia sentito dai cittadini, prima dell’audizione dei due direttori la Terza Commissione ha acconsentito ad ascoltare anche una delegazione del Comune di Spoleto, composta dalla vicesindaco Maria Elena Bececco, e dai consiglieri Zampa e Rossi: “abbiamo approvato all’unanimità – ha detto la vicesindaco – una mozione che impegna il sindaco a seguire con attenzione la vicenda del primariato. La città intera chiede che sia salvaguardato il proprio presidio di eccellenza e i posti di lavoro, ma i segnali che abbiamo, come la nomina dei capi dipartimento della Usl 2 (6 a Foligno, 2 a Terni, 1 a Orvieto e 1 a Spoleto), destano preoccupazione”.

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