Errore nostro, ma i sindaci di centrosinistra a non aver sottoscritto la lettera sulle nomine del nuovo CdA del SII sono due: oltre a Giampiero Lattanzi, sindaco di Guardea, c’è anche il sindaco di Fabro, Simone Barbanera. Nella giornata di ieri, 19 maggio, in un primo inoltro della lettera da parte del centrosinistra era stato inserito anche il nome di Barbanera, salvo poi inviare una richiesta di ‘depennamento del sindaco di Fabro’, arrivata non alla redazione del giornale, ma a una mail privata. Così il il sindaco Barbanera, visto che ormai l’articolo era stato pubblicato ha inviato una richiesta autonoma, questa volta all’indirizzo corretto, e quindi ecco spiegato il motivo del suo sfogo politico sui social.
Nomine CdA SII, sfogo politico di Barbanera
L’errore è servito comunque a portare alla luce le divisioni interne del centrosinistra: la sensazione è che non ci sia proprio unità di intenti e condivisione. Ad avvalorare questa considerazione è la riflessione politica del sindaco Simone Barbanera che, sui social, non se la prende certo con il mancato depennamento, ma con la politica. “Con grande rammarico e dispiacere, sono costretto a smentire pubblicamente la mia sottoscrizione dell’appello “dei sindaci del centrosinistra” relativo alle nomine del CdA della SII, riportato in un articolo di TuttOggi pubblicato nel pomeriggio (19.05.2025) alle ore 18.57.
Non ho autorizzato nessuno a sottoscrivere per mio conto tale appello, ed è pure stata inviata alla redazione questa precisazione alle ore 18.36 (precisiamo che alla redazione di TO non è arrivata alcuna mail, ndr)“.
Caos centrosinistra, Barbanera “Rischio di essere uno contro l’altro”
“A questo punto credi sia utile, altrettanto pubblicamente, chiarirne le motivazioni – spiega ancora via social Barbanera – Ritengo principale responsabile di questa situazione e di tante altre molto simili, la totale Assenza della Politica (con la P grande non per errore) che lascia sempre più i sindaci in balia di se stessi, per poi magari passare ad attaccarli di personalismi (per mezzo degli stessi colleghi) ogni qual volta si attivano per risolvere una qualunque questione, rischiando di metterci sempre più spesso uno contro l’altro. Non che i personalismi non esistano e non che possa essere certo che questo non sia uno di quei casi, ma la vera domanda è: chi è legittimato a fare cosa? Perché chi lo sarebbe stato non è pervenuto, o almeno non da queste parti”. Più chiaro di così? Ma non è finita.
Cosa fare?
“Quindi cosa fare? Non ho la presunzione di poter dire ciò che sia giusto e ciò che non lo sia, ma ho la serenità e la libertà di fare quello che io e l’amministrazione che rappresento riteniamo opportuno, che in fondo è quello che ho condiviso con tutti coloro con cui ho avuto modo di confrontarmi durante queste ultime ore:
- partecipare all’assemblea,
- ascoltare le proposte,
- esternare con molta franchezza le mie riflessioni (e proposte)
- vedere cosa delibererà l’assemblea.
- Nessun risentimento, nessun pregiudizio, Dialogo e volontà di prendere decisioni e posizioni nell’unico ed esclusivo interesse del Comune che ho l’onore di rappresentare. Tutto qui, forse non molto, ma visto l’articolo di cui sopra, ritenuto necessario”.
E visto l’articolo, come dice Barbanera, è ‘servito’ a far emergere pubblicamente un sommerso che forse covava da troppo tempo in area centrosinistra e che è venuto fuori nel momento in cui dal PD si è cercato di captare quanti più sindaci possibile per la sottoscrizione dell’appello che, evidentemente, non piace poi a tutti. E non solo ai sindaci.