Chiede “coesione”, “intelligente capacità di fare”, “volontà e coraggio di decidere”, l’assessore regionale Enrico Melasecche. Il destinatario, neppure troppo velato, è il sindaco di Perugia Andrea Romizi, che si oppone al progetto del Nodino, la variante stradale, anticipo del Nodo che avrebbe dovuto risolvere i problemi della viabilità tra Collestrada e Ponte San Giovanni.
Valori che Melasecche riconosce nella presidente Tesei. Che nel suo programma, tra le altre cose, è intenzionata a mettere mano alle grandi incompiute dell’Umbria. Di cui l’emblema è la diga sul Chiascio, appena inaugurata, dopo essere rimasta ferma quarant’anni. Un felice epilogo atteso da altre opere in Umbria: E78, Tre Valli, e tra le ferrovie la Orte-Falconara e la Foligno-Terontola e la riapertura della FCU.
Opere che “sono oggi a portata di mano” rivendica Melasecche. Che aggiunge: “Alle elucubrazioni teoriche è venuto il momento di sostituire le realizzazioni“. Nella convinzione che sul tema delle infrastrutture e dei trasporti si gioca la competitività dei territori. Con l’Umbria già costretta ad inseguire.
“Non possiamo voltarci dall’altra parte rispetto a quell’imbuto pericoloso di Collestrada sulla E45″ dice l’assessore regionale. Per il quale occorre “metter mano in modo conclusivo al problema, nel modo migliore possibile“.
Melasecche riporta Romizi con i piedi a terra: “Nessuno può pensare che si possano realizzare opere da 200 + 500 milioni, come il Nodo, a dispetto del sindaco del capoluogo di regione“. E aggiunge: “E’ però altrettanto chiaro che chiunque intenda dire no, o rinviare ancora quella scelta, non può farlo non assumendosi le proprie responsabilità di fronte alla intera pubblica opinione, perché il benaltrismo con cui alcuni rilanciano altri sedimi di fantasia o altre soluzioni comporta il ricominciare tutto daccapo e di fatto cassare per sempre quell’opera“.
Melasecche poi chiarisce sulla proposta di ampliare la rampa di accesso al Raccordo: “La riqualificazione dello svincolo di Ponte San Giovanni con la creazione di altre due corsie sulle rampe è cosa già acquisita in quanto l’ho concordata da tempo con l’Anas. Per cui si sta lavorando alla relativa progettazione e, con il finanziamento disponibile, potrebbe essere cantierata a breve. Continuare a chiederla serve solo a creare confusione nella pubblica opinione“.
Chi contesta il Nodino ritiene che sia inutile, sulla base degli studi relativi al flusso di traffico, effettuati negli anni Novanta. Il cui aggiornamento è atteso a breve. “Dichiarare da parte di alcuni che togliere il 20% del traffico di attraversamento è nulla – attacca Melasecche – costituisce una evidente strumentalità, semplicemente perché è proprio quel 20% che impedirebbe all’acqua di traboccare dal vaso. Senza contare, una volta realizzato il II stralcio Madonna del Piano-Silvestrini-Corciano, l’abbattimento notevole del traffico in attraversamento dentro le gallerie di Perugia“.
A Melasecche non sono piaciute le parole dette da Romizi in Commissione sulla “fuga in avanti” e sulla scarsa “serietà” della Regione nel riprendere in mano il progetto del Nodino senza coinvolgere i territori interessati.
“Lamentare poca attenzione serve solo a creare equivoci” replica l’assessore. Che parlando da “umbro a tutto tondo” ricorda i tanti progetti che stanno partendo su Perugia, “grazie alla Regione“: dal trasporto rapido di massa alla rigenerazione urbana, dalle politiche per la casa nella riqualificazione del Quartiere di Fontivegge al rifinanziamento del Minimetro e del Freccia Rossa. Per non citare l’impegno rilevante sull’aeroporto.
E rivendica anche di aver tentato di “rimettere in pista” nel PNRR la “Gronda Nord” per Perugia per completare con il Nodo la circonvallazione di nord-est realizzando una galleria da Ponte Rio a Santa Lucia.
“A chi serve dunque – chiede Melasecche – alzare barricate? Certo, su altro versante – bacchetta l’assessore regionale – sto aspettando da mesi di poter definire con il Comune di Perugia come chiudere quattro passaggi a livello della Fcu, su richiesta pressante quanto giustificata dei comuni dell’Alto Tevere che sono stanchi di dover mettere quasi due ore per giungere da Città di Castello a Perugia. Come in tutte le migliori famiglie, per avere occorre anche essere disponibili a comprendere i problemi degli altri“.
“L’ottimismo della ragione – conclude Melasecche – alla fine non può non prevalere“. La partita del Nodo (o, intanto, del Nodino), sull’asse Perugia-Terni-Roma è ancora aperta. Un “nodo”, è proprio il caso di dare, che il centrodestra umbro deve sciogliere.