“Il Nodo non è né di destra, né di sinistra” ricorda la presidente Stefania Proietti nel suo intervento sulla mozione presentata dal già assessore Enrico Melasecche. Mozione che, la disponibilità a poter essere emendata, già nel titolo (“Nodo di Perugia e impegno della Giunta regionale a superare le divergenze politiche interne e proseguire nella realizzazione dell’opera”) anticipa l’ennesimo scontro politico sul progetto di variante stradale. Un progetto il cui iter fu avviato nel 2000 dall’allora Giunta Lorenzetti di centrosinistra e che negli ultimi anni, con l’amministrazione Tesei, ha fatto un passo avanti nella progettazione del cosiddetto Nodino, cioè il primo stralcio, da Collestrada a Madonna del Piano.
Per realizzare concretamente questa prima parte, però, servono poco meno di 500 milioni di euro, mai finanziati dai Governi che pure, negli anni, hanno riconosciuto la strategicità dell’opera di interesse nazionale. Ed è a quei soldi che mancano che il centrosinistra si affida per evitare che il Nodo… venga al pettine di una maggioranza che, sul tema, ha diverse sensibilità.
Lo slancio con cui il presidente della Provincia, Massimiliano Presciutti, esponente del Pd, nel recente incontro pubblico di Ponte San Giovanni si è detto favorevole a quest’opera, ha creato più di un imbarazzo nel partito di maggioranza relativa. Che con l’assessore De Rebotti, intervenuto al dibattito formalmente in veste di assessore, gioca il jolly già calato a gennaio in Aula, quando il centrodestra aveva provato ad infilare il dito nella piaga: “I soldi non ci sono”.
Tema poi ribadito da Betti. Ed anche dalla presidente Proietti, che fa la cronistoria del progetto, ribadendo come il finanziamento non sia mai stato previsto, finora. E concludendo il suo primo intervento: “Se arriveranno i 500 milioni questa amministrazione saprà bene cosa fare”.
Già, ma chi li deve andare a chiedere questi soldi? L’opposizione di centrodestra, perché al ministero c’è Salvini, o la Giunta regionale di centrosinistra? “Presidente, fissate un appuntamento con l’ex governatrice Tesei e l’ex assessore Melasecche e andate insieme a Roma a cercare questi soldi” arriva a proporre Arcudi.
Ma l’aria, quanto si parla di Nodo-Nodino, è tutt’altro che bipartisan. L’opposizione rimarca la coerenza di Ricci, l’unico che espressamente, a nome di Avs, si esprime per il no. Salvo ironizzare poi sulle sue valutazioni circa la necessità di percorrere altre strade per una mobilità sostenibile, puntando sul ferro.
Michelini, da presidente della Seconda Commissione, ricorda che la prossima settimana saranno auditi i Comitati e i due Comuni interessati. “Non ci potete dettare l’agenda” ribatte alla maggioranza. Lisci, uno di quelli che arrivando da Spoleto è costretto a fare la fila a Collestrada, prova a riportare un po’ di serenità al dibattito. Facendo intendere che il “no” alla mozione non è una bocciatura definitiva su un progetto sul quale, riconosce, può esserci dialettica, da diverse sensibilità, all’interno della maggioranza.
Dall’altra parte, però, oltre al vulcanico Melasecche più volte richiamato all’ordine, perde la pazienza anche Romizi. Che insieme ad Arcudi, Pace e Tesei, oltre naturalmente all’indomito Melasecche, incalza la presidente Tesei per una parola chiara: sì o no al Nodino primo stralcio del Nodo?
Proietti mostra una sua dichiarazione dell’aprile 2022, da presidente della Provincia di Perugia, e dice: “Fare il Nodino non risolve niente, lo dice anche Anas”. Rimproverando all’assessore Melasecche di aver dato per scontati quei soldi che invece non ci sono.
A questo punto, l’impresa di chi dovrà andare a Roma diventa ancora più difficile: non solo riportare in Umbria i 482 milioni per il primo stralcio, il Nodino, ma la copertura dell’intera variante, da Collestrada a Corciano.