Nodo, Comitati ascoltati in Commissione: le posizioni (ovviamente) non cambiano

Nodo, Comitati ascoltati in Commissione: le posizioni (ovviamente) non cambiano

Massimo Sbardella

Nodo, Comitati ascoltati in Commissione: le posizioni (ovviamente) non cambiano

In Regione ribadite le ragioni del "sì" e quelle del "no" alla variante stradate
Mar, 10/06/2025 - 16:59

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Le posizioni su Nodo di Perugia, ovviamente, restano sempre le stesse. Anche se si viene auditi in Commissione nella nuova composizione del Consiglio regionale.

Ascoltati separatamente, i rappresentanti del comitato ‘Chi salverà Ponte S. Giovanni?’, si sono detti favorevoli alla realizzazione della variante, che già dal suo primo stralcio, il Nodino, allontana dall’abitato parte dei mezzi pesanti, quelli che viaggiano lungo la direttrice Orte – Ravenna.

Quelli del comitato ‘Salviamo Collestrada’, che vivono a ridosso dell’area interessata dal nuovo tracciato,
hanno ribadito la loro totale contrarietà al progetto del Nodino, perché, oltre ad una sostanziale “deturpazione del territorio”, non porterebbe a “nessuna diminuzione del traffico” nel tratto in questione.

Insomma, se il nuovo Consiglio regionale si attendeva indicazioni diverse rispetto a quelle espresse in questi anni, si è perso tempo. Audizioni che comunque, come aveva già annunciato in Aula la presidente della Commissione, Letizia Michelini, proseguiranno, ascoltando i sindaci dei Comuni di Torgiano e di Perugia (in quest’ultimo con Ferdinandi al posto di Romici), per poi allargare le audizioni anche a tutti gli altri soggetti istituzionali e alle parti sociali interessati alla materia.

Le posizioni dei favorevoli

Per i rappresentanti del Comitato ‘Chi salverà Ponte S. Giovanni?’ (presenti il presidente Luigi Ercolani, Silvano Natalizi, Giampaolo Tacconi, Claudio Ricciarelli, Sergio Palazzetti) “quello della mobilità di persone e merci nell’area di Perugia è un grande tema che riguarda l’intera area regionale e per molti aspetti l’Italia centrale. Ponte San Giovanni rappresenta il fulcro di ben 5 direzioni di strade di grande comunicazione che si concentrano in appena 3 chilometri. Stiamo parlando di una mole di
traffico (90mila veicoli) che il tratto in questione non può sopportare”.

Per questo il Comitato chiede di risolvere in maniera complessiva ed organica l’insieme delle problematiche, separando il traffico di attraversamento da quello destinato all’area perugina, diversificando l’accesso alla città.

“Il progetto – hanno ricordato – ha tenuto conto di tutti gli aspetti, compreso quello ambientale per
far sì che l’opera diventasse ampiamente sostenibile. A Ponte San Giovanni abbiamo preoccupanti dati di inquinamento ambientale ed acustico. L’esposizione continua al biossido di azoto, elemento tipico del traffico, porta a malattie anche croniche. Rispetto al tema della sicurezza, è stato rilevato dalla Polizia stradale che il 75 per cento degli incidenti sull’intero tratto della E45 avviene nei 5 chilometri dell’area di Ponte San Giovanni, situazione che contribuisce a creare l’esondazione del traffico all’interno del centro abitato”.

Sul progetto del raddoppio delle rampe per diluire le code giornaliere, il Comitato ha detto: “Possiamo anche esprimere, da un punto di vista tecnico, fiducia, ma dovrebbe essere misurata prima la bontà delle
opere con riscontro su quanto si andrà a fare. Tuttavia le rampe non sono un elemento che esclude la variante tra Collestrada e Madonna del Piano, perché i volumi di traffico su Ponte San Giovanni sarebbero sempre gli stessi”.

Ritenuta importante, se continuativa, l’integrazione del trasporto su gomma con quello su rotaia, “ma quest’ultimo va considerato complementare e non alternativo”.

Il Comitato ha aggiunto: “Oggi abbiamo il primo stralcio del progetto (Nodino) che ha acquisito, rispetto all’impatto ambientale, tutti i pareri da tutti i Ministeri interessati. Serve da parte di tutti, a partire dai vari livelli istituzionali, sensibilità e consapevolezza perché c’è in gioco la viabilità del Centro Italia e l’economia di moltissime attività. La Regione dovrebbe dar vita quindi, insieme alla Provincia di Perugia, i Comuni interessati e le parti sociali, ad un tavolo con le altre 4 Regioni interessate e portare una proposta condivisa ai tavoli ministeriali. Questa proposta – hanno annunciato – la faremo a breve anche alla presidente della Giunta regionale Stefania Proietti”.

E quelle dei contrari

I rappresentanti del Comitato ‘Sciogliamo il Nodo di Perugia’ (Pietro Floris-vice presidente, Alessandro Severi, Raul Segatori e Paolo Procacci) hanno ribadito la necessità di “valutare attentamente l’impatto
ambientale e socio economico del progetto sui territori interessati tra Collestrada e Madonna del Piano. Si tratta di un territorio dove esiste un buon equilibrio tra attività economiche e natura, con la piana del Tevere che verrebbe fortemente interessata da quest’opera la cui inutilità è scritta nella stessa relazione del progetto, dove viene spiegato che non ci sarà nessuna diminuzione del traffico nel tratto in questione”.

Il Comitato invita ad andare alla ricerca di soluzioni realmente efficaci. Con la realizzazione del progetto in questione, sulla collina di Collestrada verrebbe realizzata una galleria artificiale di oltre 500 metri con una larghissima trincea. “La morfologia della collina – lamentano – verrebbe cancellata per sempre. Si entrerebbe inoltre nel bosco di Collestrada che è zona vincolata, fa parte di Rete natura 2000 con norme che vanno oltre quelle regionali e nazionali”.

I rappresentanti del Comitato hanno anche puntato il dito sulla cantieristica, sui tempi di realizzazione dell’opera e soprattutto sulla forte deturpazione del territorio poiché il progetto contrasterebbe con le valenze paesaggistiche, ambientali ed architettoniche dell’area di Collestrada riconosciute e tutelate a livello regionale, nazionale ed europeo.

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