Il Coordinamento di associazioni e cittadini contrari alla variante ribadisce le sue proposte alternative per la viabilità
Sono 119 i proprietari (famiglie e imprese) dei terreni interessati dalle procedure di esproprio per la realizzazione del cosiddetto Nodino di Perugia, la variante all’attuale percorso tra l’intersezione della SS75 con la E45 a Collestrada e poi tra quest’ultima e il Raccordo Perugia-Bettolle a Ponte San Giovanni.
Percorso di cui sono state rese note le progettazioni definitive, mentre l’Anas ha avviato le comunicazioni di avvio delle procedure di esproprio.
Nodino, ecco il progetto definitivo
e le aree di esproprio
Documentazione che il coordinamento “Sciogliamo il Nodo”, di associazioni e cittadini che si oppongono all’opera, intende portare in un’assemblea pubblica. Viste anche le numerose persone presenti all’incontro che si è svolto nei giorni scorsi, sempre organizzato dal Coordinamento. Al quale hanno partecipato tanti proprietari, ma anche cittadini e imprenditori dei territori interessati (Ponte San Giovanni, Balanzano, Torgiano, Sant’Andrea D’Agliano, Madonna del Piano e Collestrada), desiderosi di sapere di più del progetto e conoscere la situazione reale in essere, anche a seguito dell’avviso ricevuto da Anas.
Il direttivo del Coordinamento con l’aiuto dei tecnici, ingegneri, biologi e legali che lo assistono nell’analisi dei documenti progettuali e della normativa di riferimento, ha spiegato l’avviso ed ha illustrato ai presenti il progetto preliminare (dato che allo stesso direttivo fino ai giorni scorsi, è stato negato l’accesso al progetto definitivo). E ha spiegato “il pesantissimo impatto – si legge in una nota dello stesso Coordinamento – che l’opera avrà sul territorio a fronte, dati alla mano, della sua sostanziale inutilità pubblica, come peraltro il Coordinamento ha più volte dimostrato numeri e carte alla mano e senza essere mai smentito dai diretti interessati e proponenti l’opera”.
Le proposte alternative al Nodino
Durante la relazione sono state illustrate quindi le alternative che, secondo i proponenti, sarebbero in grado di risolvere il problema dei rallentamenti sulla tratta Collestrada – Ponte San Giovanni. Ovvero il raddoppio delle rampe in direzione Perugia all’altezza di Ponte San Giovanni e in direzione Foligno all’altezza di Collestrada.
Inoltre è stata evidenziata con prove fotografiche, nella tratta in questione: l’assoluta carenza di un’adeguata segnaletica stradale (per esempio, alta e luminosa), la totale assenza di controlli e dissuasori elettronici e video per prevenire e contrastare la violazione delle regole (basti pensare al cambio di corsia, una delle cause più frequenti dei tamponamenti nella tratta).
Altro intervento proposto, che potrebbe rilevarsi risolutore del problema del traffico nella zona, previsto da una relazione che Anas ha presentato al Comune di Perugia nel 2018 (dichiarandola già finanziato), è il potenziamento della tratta tramite una migliore canalizzazione. E la realizzazione, dove possibile, del suo allargamento con una terza corsia.
Timori per i cantieri
Timori sono stati espressi per l’impatto su tutta l’area interessata dai lavori. In particolare, i due mega–cantieri di Collestrada che dovranno movimentare una mole impressionante di mezzi e di terra (da togliere e riportare), per la costruzione della galleria artificiale della zona. “Cantieri che si inseriscono in un contesto, quello dello svincolo attuale di Collestrada e del centro commerciale dell’Ipercoop, – evidenzia il Coordinamento – già molto critico, e che subirà, questo appare da una semplice quanto evidente constatazione aerea delle aree interessate all’esproprio e ai cantieri nella zona, un totale consumo di suolo e una potenziale saturazione della circolazione per tutta la durata di costruzione dell’opera”.