Perugia

Nodino di Perugia, Confagricoltura prova a mediare

Nodino di Perugia, Confagricoltura prova a mediare. Mentre Comitati locali e associazioni ambientaliste si sollevano contro la riproposizione, pur aggiornata, del progetto di variante del nodo tra la E 45 e il Raccordo Perugia – Bettolle, Confagricoltura punta alla concertazione sul nuovo progetto, affinché ne vengano mitigato gli impatto sull’ambiente.

Riteniamo importante – afferma il presidente Fabio Rossi -che si abbia il coraggio di affrontare con analisi e sensibilità attuali la problematica e definire la  soluzione progettuale adeguata  mettendo sul tavolo anche le possibili alternative come la modifica degli attuali tracciati”.

I nodi da sciogliere

Molti infatti i “nodi” ancora da sciogliere. Per questo motivo Confagricoltura Umbria chiede con forza che emerga questo “coraggio” e prevalga una sensibilità moderna verso la salvaguardia dell’agricoltura e la realizzazione di opere che debbono avere un impatto quanto meno negativo possibile.

“La nostra nazione e la nostra regione ancor di più – sottolinea ancora Rossi – soffrono di carenze ed inefficienze infrastrutturali che poi incidono in molti contesti, soprattutto sull’economia e sulle imprese e sulla loro capacità di competere. E’ evidente che l’Umbria ha carenze nei trasporti strutturali che solo in parte sono in via di risoluzione come nell’esempio della ‘Quadrilatero’. Rimane indietro ogni progetto di rottura dell’isolamento ferroviario che sarebbe molto importante per il traffico di merci e persone. E’ anche noto che siano presenti criticità nel tratto perugino del raccordo Perugia-Bettolle divenuto una vera e propria tangenziale urbana”.

Le nuove polemiche sul Nodino

Sul cosiddetto “Nodino” tra Collestrada e Balanzano Rossi afferma: “E’ necessario che se si proceda alla redazione di un progetto esecutivo come annunciato, vi sia una seria fase di valutazione preliminare da parte dei soggetti competenti: Anas, Ministeri e Amministrazioni locali che tenga conto delle attuali sensibilità e del panorama di alternative possibili”.

Già nei primi anni 2000 si venne a costituire un fronte di opposizione che metteva insieme tra gli altri portatori di interesse anche gli agricoltori in quanto l’opera avrebbe cancellato molti ettari di superficie agricola di pregio ed avrebbe stravolto alcune importanti imprese agricole compromettendone per sempre l’esistenza. 

Confagricoltura: serve un tavolo

Oggi, a distanza di anni, Confagricoltura spera quindi che i lavori per la realizzazione del Nodo terranno conto dell’evoluzione avvenuta sul territorio, di mitigazioni ambientali e almeno in parte delle ‘ragioni’ degli imprenditori agricoli che vedrebbero interessati i propri terreni. Per questo Confagricoltura si rende disponibile qualora si aprisse un auspicato tavolo di confronto e partecipazione.