Da sabato 19 aprile, e nei sabati successivi, dalle ore 10, anche nella piazza principale di Città di Castello inizierà la raccolta firme a sostegno della petizione popolare contro il progetto di trasformazione della E45 in autostrada. Sarà Umbria Migliore a dare voce ai cittadini che si oppongono, a detta della portavoce dell’Associazione Emanuela Arcaleni, “ad un ulteriore consumo di un territorio come il nostro, che ha fatto e dovrebbe continuare fare della propria vocazione ambientale un'icona culturale, economica e turistica come volano del proprio sviluppo”. Da sabato, dunque, ci sarà la prima di una serie di iniziative volte ad informare i cittadini sull'impatto economico, ambientale e sociale che avrà la trasformazione della E45 in autostrada.
“Questa iniziativa, – continua la portavoce di Umbria Migliore, – condotta insieme a molti altri soggetti riunitisi nel Coordinamento Umbro ‘No E45 Autostrada’, sostiene la petizione popolare che chiede alla Regione Umbria di rivedere il parere favorevole al progetto espresso nel 2011, di impegnarsi con forza nella messa in sicurezza della stessa arteria e di ammodernare la rete ferroviaria per collegarla alle direttrici nazionali ed europee; chiede inoltre ai Comuni interessati dal passaggio della E45 di avviare un percorso partecipativo con i cittadini: per troppo tempo, questa, come tante altre decisioni, sono state e continuano ed essere prese sulla testa di chi poi si ritroverà a pagarne le conseguenze. In questo caso, poi, nessun eufemismo: il pedaggio sarà una ‘tassa’ continua e inderogabile che graverà su tutti gli umbri, per ogni spostamento”.
Emanuela Arcaleni conclude così: “Se lo Stato destinasse anche solo una piccola parte dei circa 10 miliardi di euro del progetto, quasi tutti a carico della fiscalità generale e dei pendolari, ad un urgente piano di manutenzione e messa in sicurezza della E45 e alla rete ferroviaria, l’Umbria supererebbe il gap infrastrutturale ferroviario che la penalizza nel contesto nazionale, e si eviterebbe di infliggere ad essa lo strazio di un'altra cattedrale nel deserto a carico dei cittadini e delle famiglie”.
