Privatizzare i centri per l'impiego della provincia? “Quello della intermediazione del lavoro è uno dei temi del dibattito sulle riforme endoregionali che ci sta più a cuore”, ha detto ieri il vicepresidente della Provincia di Perugia Aviano Rossi, che in merito all’ipotesi di esternalizzazione ad agenzie private delle attività svolte dai Centri per l’Impiego con conseguente accesso di queste a finanziamenti pubblici, afferma come “in un momento di crisi della produzione e del lavoro come quello che stiamo attraversando, solo una intermediazione pubblica concertata con associazioni imprenditoriali e parti sociali, può offrire un concreto contributo alla ripresa dell’economia locale, mediante un sostegno alla produzione e, di ricaduta, dell’occupazione”.
“Il nostro progetto di decentramento amministrativo, che porterà la Provincia in ognuno dei territori, consentirà – afferma Rossi – di realizzare quanto sopra non semplicemente ricevendo le istanze da parte dei disoccupati, come potrebbe fare qualsiasi agenzia privata, ma contattando, visitando ed interloquendo con le imprese in grado di offrire opportunità occupazionali, per offrire loro un sostegno attraverso la formazione professionale in grado di fornire alle stesse le risorse umane necessarie. È infatti la sinergia tra servizi per l’occupazione, servizi per le imprese e formazione professionale che consente di aumentare le potenzialità reciproche di ognuna di queste azione e che solo l’attuale assetto dei servizi in mano alle province può realizzare. È un discorso non certo frutto di preclusioni ideologiche o di altra natura sulla collaborazione con il privato, affermando quest’ultima strada assolutamente percorribile e proficua su aspetti importanti come la stessa formazione professionale. Diverso è il caso dell’intermediazione finalizzata all’occupazione dove è invece opportuna una partnership omogenea e strutturata tra istituzioni ed aziende, al fine di utilizzare al meglio le risorse del fondo sociale europeo che altrimenti, distribuite in maniera parcellizzata e senza una progettualità comune, finirebbero per alimentare un percorso non virtuoso utile solo a far lavorare le stesse agenzie, ma non a creare occupazione su larga scala. È questa una posizione che assumiamo in coerenza con quelle analoghe dichiarate dalle parti sociali, certi però che il proficuo confronto già avviato con la Regione dell’Umbria porti ad una scelta razionale e proficua per il bene della comunità”.