Quest'estate l'80 per cento degli umbri non andrà in vacanza, secondo le stime dell'associazione dei consumatori Adoc, a causa del grave aumento dei costi, con l'inflazione di giugno al 2,7 per cento.
Secondo l'Adoc, il crollo delle vacanze degli umbri è da addebitarsi ai “rincari nel settore turistico, in media di oltre 200 euro, relativi a trasporto, alloggio e servizi. Il costo di un traghetto quest’anno è aumentato del 70 per cento, pari a circa 230 euro di aggravio rispetto allo scorso anno. Per un biglietto aereo di andata e ritorno si spendono in media 112 euro in più, un rialzo del 25 per cento, un biglietto del treno costa il 7 per cento in più”. Come se non bastasse, l'associazione di consumatori punta il dito contro “gli aumenti del prezzo dei carburanti (+200 euro a fine anno), energia (+300 euro), tassi d’interesse (+216 euro) e alimentari (+100 euro)”, che “peseranno gravemente sull’economia delle famiglie, una stangata di oltre 800 euro l’anno”.
“A queste condizioni progettare una vacanza diventa praticamente impossibile”, ha detto Angelo Garofalo, presidente Adoc Umbria, in un comunicato. “Il crollo del turismo rischia di travolgere il sistema economico. In particolare la benzina, complici le accise di 6 centesimi introdotte tra fine giugno e inizio luglio, vola a 1,61 euro al litro. Un record storico che, secondo i nostri dati, proietta l’Italia tra i Paesi più cari d’Europa, preceduta di poco solo da Grecia, Danimarca e Olanda. L’introduzione delle nuove accise di 6 centesimi è un nuovo e ulteriore colpo gravissimo alle tasche delle famiglie che da oggi a fine anno subiranno un aggravio complessivo di circa 54 euro solo per i costi dei pieni. Nei primi 6 mesi del 2011 la benzina è costata in media 1,52 euro al litro, in un solo giorno si è registrato un aumento del 5,9 per cento. Da noi la benzina costa in media l’8,7 per cento in più della media europea, attestata a 1,48 euro al litro. Spendiamo il 28 per cento in più della Slovenia, il 18 per cento in più che in Svizzera, il 22 per cento in più della Spagna. Anche in Francia, Germania e Gran Bretagna si spende di meno. Unica ancora di salvataggio degli automobilisti italiani sono le pompe bianche, dove si può risparmiare in media l’8 per cento, circa 6 euro in meno. Invece di diminuire il costo della benzina, come promesso alle riunioni presso il Ministero, è stata adottata una scelta inflativa in contrasto con le dichiarazioni del Governo e le richieste dei cittadini”.