Un reale smantellamento del servizio o, più semplicemente, la necessità di razionalizzare i costi per colpa delle sempre minori risorse a disposizione? Tiene banco a Spoleto la querelle nata dopo il taglio di 12 posti destinati ai lattanti presso l’asilo nido ‘Il Carillon’ di Villa Redenta. Una sforbiciata che, a detta dell’assessore Maria Elena Bececco, “è imposta al comune dalla legge 89 del 2014 che vieta ai comuni che hanno ritardi nei pagamenti superiori a 60 giorni rispetto alla scadenza delle fatture di assumere personale nell’anno successivo a qualunque titolo. Questo – prosegue l’assessore – significa per Spoleto non poter garantire una presenza di maestre sufficiente a coprire i 12 posti della sezione di Villa Redenta per bambini dai 3 ai 12 mesi”.
Nasce un gruppo – Una motivazione che però non è stata ben ‘digerita’ da alcuni genitori che, nei giorni scorsi, si sono riuniti nel comitato spontaneo ”Spoleto per i bambini”, già molto attivo su facebook con oltre 300 iscritti. Secondo i referenti “se c’è stato un errore è quello che ha commesso questa amministrazione quando non ha reso nota alla cittadinanza una situazione tanto grave come questa degli asili nido e non ha dato alcuna rassicurazione sul destino degli stessi. Abbiamo la precisa sensazione – si legge nella nota diramata oggi alla stampa – che si sarebbe preferito far passare in sordina la notizia del taglio quando, invece, un’apertura al dialogo con le parti interessate e con tutta la cittadinanza avrebbe magari consentito di affrontare la crisi in modo diverso”.
I numeri delle iscrizioni – Non solo. Il comitato sostiene anche che le parole dell’assessore sul non raggiungimento della completa ricettività dei tre nidi comunali (110 posti totali) l’anno scorso sia “un alibi per una decisione scellerata” (quella dei tagli a Villa Redenta, ndr), quando invece “avrebbe dovuto allarmare l’Amministrazione Comunale, dal momento che è un chiaro segno di una crisi che investe soprattutto le donne, tagliandole fuori dal mondo del lavoro e dalla vita civile nel momento in cui diventano madri”. Basta osservare lo storico delle iscrizioni per verificare che effettivamente sia nel 2013 che nel 2014 le domande erano meno dei posti a disposizione: 99 nel primo caso, 102 nell’altro; segno inequivocabile di una crisi che mette a dura prova le famiglie. Va anche detto però che le riaperture straordinarie dei termini disposte in inverno hanno fatto lievitare gli iscritti a 107 e 110, toccando in sostanza la piena ricettività.
Ipotesi esternalizzazione – La scelta dell’amministrazione di tagliare i posti riservati ai lattanti potrebbe essere inoltre il frutto di un’attenta riflessione, quella cioè, in caso di esternalizzazione del servizio, di non creare un problema di continuità per i nuovi iscritti che dovrebbero ‘subire’ il passaggio da una gestione all’altra e quindi cambiare educatrici. Se il blocco delle assunzioni dovesse persistere, aveva dichiarato la Bececco, l’esternalizzazione “sarà la necessaria conseguenza”. Dopo ‘Il Bruco’ di San Giacomo toccherebbe quindi al ‘Carillon’ di Villa Redenta, con probabile apertura delle procedura di mobilità per le 5 educatrici attualmente in organico alla struttura.
Raccolta firme – Motivazioni che però non sembrano convincere i genitori di ‘Spoleto per i bambini’ che hanno iniziato una raccolta firme “contro lo smantellamento degli asili nido comunali”. “Non dovremmo essere noi – conclude la nota – a ricordare all’Assessore che i servizi all’infanzia sono presidi contro la diseguaglianza socialee che gli asili nido pubblici, in particolare, sono servizi essenziali per l’educazione dei bambini e delle bambine, la conciliazione dei tempi di vita, la libertà delle scelte all’interno delle famiglie”.
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