Ale. Chi.
Nestlé rilancia un piano per il mercato del lavoro per risollevare le sorti dello stabilimento di San Sisto: premiare chi riduce l'orario da 40 a 30 ore settimanali per garantire l'assunzione di un figlio nella stessa industria. In questo modo la multinazionale è convinta di poter “affrontare e vincere le nuove sfide competitive”. Si tratterebbe dunque di un “patto generazionale per favorire l'occupazione giovanile”, utile anche a combattere lo slittamento delle pensioni, a seguito delle nuove riforme del governo.
La risposta dei sindacati – Parole, quelle della multinazionale, che infiammano i sindacati. “La proposta di Nestlè di barattare i diritti dei lavoratori dello stabilimento Perugina di San Sisto, acquisiti negli anni, con una prospettiva di lavoro, comunque flessibile per i figli, è assolutamente inaccettabile oltre che impraticabile.
La Flai Cgil l'ha già respinta al tavolo ufficiale in Confindustria, prima di tutto perché non risolverebbe né i problemi occupazionali, né quelli della fabbrica. Quello che serve realmente, e che il sindacato chiede da tempo, è un piano pluriennale serio di rilancio dello stabilimento di San Sisto e non certo un improbabile scambio tra diritti, che peserebbe comunque tutto sulle spalle dei lavoratori. Se Nestlè vuole veramente guardare al futuro e favorire l'occupazione giovanile, lasci perdere queste uscite estemporanee, e realizzi investimenti, assumendo giovani lavoratrici e lavoratori, senza per questo penalizzare chi per anni ha costruito la ricchezza di questa fabbrica. Le guerre tra generazioni in stile Fornero non ci interessano. Gli errori commessi in questi anni dal management non posso ricadere sempre sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori di San Sisto che non hanno certo responsabilità.
Infine, facciamo notare che a forza di processi di mobilità e di riorganizzazione l'età media in fabbrica si è talmente abbassata che nella stragrande maggioranza dei casi i figli dei dipendenti oggi sono minorenni e l'assunzione dei minorenni è una pratica che siamo certi Nestlè non voglia adottare in nessuna parte del mondo”.
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