La notizia è arrivata mentre il suo amato Perugia stava disputando l’atteso derby con la Ternana. Ilario Castagner, l’allenatore del Perugia dei Miracoli, è morto all’età di 82 anni.
“Oggi se ne è andato il sorriso più bello del Calcio italiano” le parole del figlio del mister, Federico Castagner, che ha ringraziato i medici e il personale dell’ospedale di Perugia che nelle ultime settimane si sono presi cura dell’allenatore
Una notizia accolta con dolore dai tifosi del Perugia e dalla città tutta, profondamente legata a Ilario Castagner come allenatore e come uomo.
Una notizia che, come un segno del destino, è arrivata poco prima della rete di Luperini, in quel secondo tempo in cui il Perugia ha schiantato la Ternana.
Ilario Castagner era arrivato a Perugia da calciatore, nel 1961, indossando per tre stagioni la maglia del Grifo, con cui ha realizzato 33 gol in 84 partite.
Ma la storia, in questa città, l’ha scritta soprattutto sedendo sulla panchina dei biancorossi. L’ambizioso presidente D’Attoma lo chiama, da allenatore in seconda dell’Atalanta, affidandogli il Perugia in B. Il Grifo, con Curi, vince a sorpresa il campionato, conquistando per la prima volta la Serie A e “costringendo” a realizzare in tutta fretta lo stadio poi dedicato proprio a Curi.
Nella stagione 1978-79 il Perugia finisce secondo in campionato, prima squadra a terminare il campionato di Serie A senza sconfitte. Il Perugia dei Miracoli ha un gioco moderno ed efficace, che vale a Castagner il premio Seminatore d’Oro.
Quell’esperienza porta Ilario Castagner sulle panchine di Lazio (in B), Milan e Inter.
Nel 1993 Luciano Gaucci lo richiama a Perugia, sostituendo Novellino nel vittorioso spareggio per la B contro l’Acireale, poi vanificato dalla sentenza sull’illecito sportivo. Castagner e il Perugia si rifanno vincendo l’anno successivo il campionato e poi conquistando la Serie A, ai rigori, nello spareggio di Reggio Emilia contro il Torino.
Dopo il fallimento del Perugia di Gaucci, Castagner ha assunto le cariche di direttore tecnico e presidente onorario, rilanciando la rifondazione del calcio nella città dove ha scelto di vivere. E che oggi lo piange.
Il sindaco Romizi e tutta la giunta comunale, appresa la notizia, hanno espresso profondo cordoglio per la morte di Ilario Castgner, “pilastro della storia del calcio e del Perugia”.
“Elegante nel modo di porgersi e di proporsi, sempre misurato, professionista esemplare – si legge nella nota del Comune – mister Castagner è stato tra i protagonisti indimenticabili del Perugia che stupì l’Italia con l’imbattibilita’, sfiorando lo scudetto. Profondamente legato alla nostra città, scrisse ancora una volta la storia dei nostri colori con la serie A raggiunta nello spareggio di Reggio Emilia. Perugino d’adozione, ha amato Perugia e Perugia lo ha amato e non lo dimenticherà mai. In un giorno triste, in cui ci stringiamo alla famiglia di Ilario, la certezza di un ricordo e di un amore immortali”.
“Oggi è un giorno triste per lo sport – ha scritto il Sindaco Romizi sui suoi canali social – ed è un giorno molto triste per la nostra città. Con Ilario Castagner se ne va una leggenda del calcio italiano.
Un allenatore che ha scritto la storia di questo sport, l’artefice del Perugia dei Miracoli, il primo tecnico a chiudere un campionato di Serie A imbattuto, ma anche la figura di riferimento, paterna e carismatica, sempre pronto a correre in aiuto del “suo” Perugia, come in occasione della cavalcata alla conquista della serie A del 1998. In mezzo pagine di grande calcio, vissuto, fra le altre, sulle panchine di Inter e Milan.
Ma la scomparsa di Castagner non lascia soltanto un vuoto sportivo. Il vuoto umano è ancora più grande. Ilario Castagner era una persona rara, un gentiluomo d’altri tempi, un uomo dal cuore d’oro, amato da tifosi e calciatori. Un professionista che incarnava valori che nel calcio di oggi sono sempre più rari e il cui nome resterà per sempre indissolubilmente legato a Perugia e al Perugia”.
(notizia in aggiornamento)