Lu. Bi.
La notte, forse, più black del festival è stata quella illuminata da Nina Zilli e dal trombettista Fabrizio Bosso. Più di mille persone in Piazza Dei Priori sono state trasportate dall'irresistibile ritmo di Nina e dai virtuosismi di Bosso. Una combinazione esplosiva; l'estensione vocale della cantante piacentina e il fiato del jazzista hanno trasformato la piazza medioevale narnese in un palcoscenico di grande performance artistica. Nina Zilli è forse l'unica artista italiana in grado di spaziare in un repertorio che va da Marvin Gaye arrivando all'amata Amy Winehouse, della quale Nina ricorda qualcosa nella presenza scenica e nella fisionomia. Voce black, bellezza espressiva, personaggio potente nel comunicare emozioni al pubblico, così come Bosso ha strappato applausi anche dai meno amanti del genere; impossibile non riconoscere il momento in cui la musica diventa arte. Soul, jazz, reggae, musica leggera, Nina Zilli entra in ogni porta: a volte bussando, a volte spalancando bruscamente. Impetuosità e tenerezza, questa è la Nina sul palco che piace a tutti. Molti erano i giovani presenti nella piazza, ma anche ai più adulti la cantante piacentina piace, e parecchio. Così si passa da un R&B a un blues, attraverso il sound di Philadelphia, tutto rivisitato in chiave jazz da Bosso. Di grande valore anche i componenti della band che vale la pena citare per nome: al pianoforte e alle tastiere Julian Oliver Mazzariello, alle chitarre Egidio Marchitelli, al basso e contrabbasso Marco Siniscalco e alla batteria Emanuele Smimmo. In un Narni Black Festival che ha perso un po' di spontaneità con la nuova direzione artistica, l'esibizione di Nina Zilli è stata una vera rivincita della parte più popolare, e black, diaciamolo, del festival.
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Le foto sono di Paolo Ciucci ©