Si parte già venerdì 8 dicembre, saranno visite guidate in collaborazione con Poliedro Cultura
Da venerdì 8 dicembre, e per le festività la Torre civica di Città di Castello sarà aperta al pubblico con visite guidate su prenotazione.
Uno dei monumenti simbolo della storia tifernate torna alla fruizione di tifernati e turisti dopo 4 lunghi anni. Per molti cittadini sarà un ritorno, per tantissimi piccoli tifernati una prima volta. La Torre civica sarà visitabile nei giorni 8, 9, 10, 17, 24, 26 e 31 dicembre 2023 e il 1 gennaio 2024 con orario 14.30-16.30, in collaborazione con Poliedro Cultura.
A piccoli gruppi, accompagnati da una guida, si potrà arrivare fino alle antiche prigioni, per riscoprire la storia e le vicende che hanno caratterizzato questo monumento storico cittadino.
Per visitarla è necessario prenotarsi ai numeri 075 8554202 o 075 8520656 (chiamare dal martedì alla domenica 10-13 / 15-18) oppure all’email cultura@ilpoliedro.org. Trattandosi di un manufatto medievale, la visita dovrà rispettare alcune misure di sicurezza, indicate dal personale addetto.
La storia della Torre Civica
La Torre Civica di piazza Gabriotti, secondo gli storici Giovanni Magherini e Giacomo Mancini, risale al XIII secolo, mentre secondo lo storico Enrico Giovagnoli al secolo successivo. Addossata al Palazzo Vescovile la torre è impostata su pianta quadrata di circa 6.50 metri di lato ed è alta circa 38. Le murature portanti sono realizzate in pietra arenaria grigia con uno spessore di circa 1.40 metri. Lo spazio interno è suddiviso in 7 livelli, dei quali i primi 4 collegati da una scala a chiocciola originale in legno, mentre i livelli successivi sono serviti da una scala in legno di recente costruzione addossata alle pareti.
Nel XIV secolo vi era l’usanza di dipingere sulla facciata principale le effigi dei ribelli della patria, consuetudine che si protrasse fino a metà ‘400, quando Luca Signorelli vi realizzò il suo primo affresco nel 1474: una Madonna con Bambino in mezzo a San Paolo e San Girolamo. Ebbe sia una campana per chiamare i cittadini a consiglio, sia un orologio (dal 1300). Sulla facciata principale sono murati stemmi araldici in pietra dei Signori o Governatori cittadini, oltre a quello di Città di Castello
La funzione della torre cambiò nel corso dei secoli: da baluardo di difesa, divenne in seguito carcere fino alla seconda metà dell’800. Nel ‘900 venne utilizzata come deposito per olio e petrolio per alimentare i lampioni della città, mentre al piano terra già dal 1894 Ermete Arcaleni vi apre la sua bottega di arrotino, che di padre in figlio durerà fino agli anni ’60 del secolo scorso. I piani superiori erano adibiti a colombaia. Durante la seconda guerra mondiale nella torre si insediò un punto di avvistamento della Difesa Contraerea Territoriale.