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Museo Stampa, il progetto raddoppia

Il museo della stampa non sarà lasciato a sé stesso, ma anzi raddoppierà e c’è in cantiere un articolato progetto di rilancio. Foligno, città che diede al mondo la prima edizione della Divina Commedia, famosa nei cinque continenti per l’almanacco di Barbanera e per molti altri primati legati a quest’arte, ha intenzione di celebrare al meglio questa sua storica vocazione.

Nei mesi scorsi la giunta comunale ha così deciso di mettere a disposizione i locali al piano terra del nobile Palazzo Deli in via Gramsci, per ospitare nel migliore dei modi alcuni dei pregiati pezzi dell’ex tipografia Mancini e Valeri che sino a qualche anno fa operava proprio in fondo alla stessa via, con lavorazioni apprezzate a livello internazionale.

Al momento della definitiva chiusura della bottega, furono gli stessi proprietari a lanciare un appello alle istituzioni, dichiarandosi pubblicamente pronti a mettere a disposizione i preziosi cimeli. Dalle parole si è quindi passati ai fatti, ora però si dovrà procedere al trasferimento effettivo dei materiali che dovrebbe avvenire comunque entro quest’anno.

L’idea è quella di rendere il museo un luogo interattivo, con la possibilità di utilizzare le macchine tipografiche per dar vita a veri e propri laboratori rivolti in particolar modo a ragazzi e bambini delle scuole.

Il ‘museo della stampa bis’ non resterà un’appendice distaccata, sarà inserito in uno speciale circuito legato al nuovo percorso Palazzo Trinci – Palazzo delle Canoniche ed ovviamente al Palazzetto Orfini in piazza della Repubblica dov’è l’esposizione principale.

Da ricordare anche l’altro fiore all’occhiello di Foligno: il torchio Amos dell’Orto modello stanhop realizzato nel 1840, che avrebbe stampato le prime diecimila copie de ‘I Promessi Sposi’ altro capolavoro letterario conosciuto a livello planetario.

Attualmente, si trova custodito dagli attuali titolari della tipografia, Enrico e Nicola Pellegrini. A rintracciarlo, nell’ottobre scorso, fu lo storico folignate Luca Radi: la notizia salì presto agli onori della cronaca nazionale.