Un pezzo di storia di Spoleto lascia la città alla volta di Belluno, perché il Comune si sarebbe detto non interessato ad una mole di materiale storico appartenente alla famiglia Merini. Stiamo parlando della grande quantità di materiale relativa alla storia della farmacia custodita gelosamente per anni (anzi per secoli) prima da Crispino e poi da Francesco Merini. Materiale che avrebbe dovuto essere la base del museo storico nazionale della farmacia, secondo un progetto di cui si parla in città da numerosi anni, portato avanti da diverse forze politiche. E che una quindicina di anni fa aveva previsto anche un finanziamento della Regione Umbria per il progetto di fattibilità.
La realizzazione del museo della farmacia a Spoleto sembrava essere ad una fase avanzata, anche se in passato ci sarebbero state controversie con la famiglia Merini, poi superate. Di recente, però, gli eredi dei proprietari della farmacia hanno manifestato la necessità di liberare i locali che ospitavano i documenti, libri e tutto il materiale legato al mondo farmaceutico e relativo ad un vasto periodo dal XVI secolo in poi. E così avrebbero scritto al Comune offrendo tutto, a titolo gratuito, per concretizzare finalmente il museo della farmacia che avrebbe dovuto essere intitolato a Crispino e Francesco Merini. Ma, dopo settimane di silenzio, la risposta arrivata dagli uffici comunali sarebbe stata negativa. “Non vogliamo quel materiale perché non abbiamo una sede idonea ad ospitarlo“: questa all’incirca sarebbe stata la replica arrivata alla famiglia. Che a questo punto ha spedito tutto (tranne ancora 18mila libri) in provincia di Belluno, dove c’è già un museo della farmacia che ora sarà ampliato.
A lanciare l’allarme, chiedendo conto all’amministrazione comunale dell’accaduto tramite un’interpellanza, è il consigliere comunale di opposizione Sergio Grifoni. Che spera che almeno i volumi ancora presenti in città possano restarvi.
Di seguito il testo dell’atto ispettivo.
Gentilissimo signor Sindaco, in queste ore sono venuto a conoscenza di un episodio che, se dovesse trovare fondamento di verità, diventa a mio avviso sconvolgente. Nello specifico.
In più di un incontro istituzionale, e da molti anni, si è parlato di istituire nella nostra città un Museo Storico Nazionale della Farmacia e questo grazie soprattutto al materiale che nello specifico era depositato negli scantinati della vecchia Farmacia Merini, grazie all’opera conservativa messa in atto, prima dal dott. Crispino Merini, e poi da suo figlio Francesco.
A tal proposito, nel tempo, sono stati interessati vari soggetti, istituzionali e non: Regione dell’Umbria, F.O.F.I., Federfarma, Accademia della Storia Farmaceutica, Università di Perugia, Ordine dei Farmacisti, Comune di Spoleto. Il dott. Paolo Baronti, professionista perugino, sostenitore convinto del Museo, aveva anche predisposto un progetto di fattibilità di massima, consegnato in via informale alla precedente Amministrazione Comunale che, tra l’altro, sempre in via informale, aveva ipotizzato anche un possibile sito ove accoglierlo. Nel progetto medesimo, grazie alla esclusività di tale istituzione museale, proiettata a livello europeo, si evidenziavano i forti ritorni economici e sociali della stessa, unitamente al valore aggiunto legato al prestigio che l’opera portava con sé.
Nel documento di che trattasi, si ricordava come la scelta di insediare il museo a Spoleto, fosse frutto della storia dei secoli passati, dal 900 in poi, quando in tutto l’Occidente, fino alla penisola baltica, i “Medici Farmacisti Itineranti”, provenienti dal ducato di Spoleto, giravano di paese in paese, ammirati , seguiti e rispettati. Il materiale preziosissimo, storico, scientifico, artistico e culturale, conservato gelosamente dalla famiglia Merini, dal XVI secolo in poi, avrebbe fatto la differenza. Ricordo che questo materiale, di inimmaginabile valore, consiste in:
Praticamente: un tesoro!!! Un tesoro del quale però la città di Spoleto sembrerebbe non possa più beneficiare!!
Per questa ragione, interpello la S.V. al fine di sapere:
Se ciò fosse vero, fra qualche anno, assisteremo così alla inaugurazione del Museo a Belluno, con il materiale proveniente da Spoleto!!!!!
Da informazioni ricevute dallo scrivente, risulta che non abbiano ancora presa la direzione Belluno i diciottomila volumi di trattati medici e di manoscritti del dr. Crispino Merini.
A tal proposito, interpello la S.V. per sapere se:
Si chiede discussione in Consiglio Comunale.