Diciannove multe in un mese, ciascuna da 91 euro. Una per ogni transito nella Ztl del centro storico con il permesso non rinnovato. Recapitate a luglio, ma relative al solo mese di maggio. Forse non è un record, ma il caso di Francesco Giacopetti, diventato suo malgrado un collezionista di multe, è diventato il simbolo del pasticcio della Ztl nel centro storico di Perugia, con i residenti che hanno dimenticato di rinnovare il permesso che, anziché vedersi applicare una maggiorazione a causa del loro ritardo sul costo del tagliando, sono stati multati ad ogni transito, come un cittadino che abita altrove.
Anche Giacopetti, come tutti gli altri automobilisti residenti nel centro storico, non aveva ricevuto dal Comune alcuna comunicazione circa il fatto che il permesso fosse da rinnovare: il termine, fissato originariamente al 31 dicembre 2017, era stato poi prorogato più volte fino al 30 aprile 2018.
Proprio per questo Giacopetti è stato ascoltato in Commissione, dove si sta tentando di porre medio al pasticcio. Nel suo caso, come ha raccontato, tre le soluzioni che gli erano state prospettate dall’ufficio contenziosi: trovare un accordo diretto con la polizia municipale, fare ricorso al prefetto, fare ricorso al giudice di pace.
Fatti due conti, ha scelto la prima soluzione: pagare una somma pari ai costi di notifica sostenuti dal Comune per le 19 multe e, dunque, in definitiva di pagarne 3 sulle 19 complessive. Mentre per gli altri mesi, (potenzialmente, un’altra quarantina di sanzioni) le multe non sarebbero state notificate, perché a quel punto il Comune ha deciso di sospenderle a tutti. Giacopetti ha quindi approfittato dei “saldi” (3 multe al prezzo di 19), con il Comune che ha poi fatto da tramite presso il prefetto per l’annullamento delle 16 sanzioni restanti.
Tutto a posto? Non proprio. Perché alcuni hanno pagato il dovuto, altri hanno messo tutto in mano al proprio avvocato. E poi ci sono coloro che hanno “violato” la Ztl solo nei mesi di giugno e luglio e quindi sono stati del tutto graziati. Una disparità di trattamento evidenziata da Bori, che ha chiesto di poter audire in commissione l’assessore Casaioli e nuovamente la comandante Caponi.