MPS, il collocamento che riaccende i riflettori sulla banca di Siena - Tuttoggi.info

MPS, il collocamento che riaccende i riflettori sulla banca di Siena

Redazione

MPS, il collocamento che riaccende i riflettori sulla banca di Siena

Mer, 04/06/2025 - 18:39

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Report, trasmissione d’inchiesta di Rai 3, punta i riflettori su uno dei principali protagonisti della scena finanziaria italiana: il Monte dei Paschi di Siena. Come spiegato nell’articolo di Investireoggi.it, nell’inchiesta curata da Giorgio Mottola e andata in onda su Rai 3, si ricostruisce una trama complessa in cui il progetto di conquista di Mediobanca fa parte di una strategia più ampia del Governo per rafforzare la propria influenza sul gruppo Assicurazioni Generali.

Secondo quanto ricostruito da Report, infatti, dietro la scalata non ci sarebbe soltanto l’iniziativa dell’amministratore delegato Luigi Lovaglio – che avrebbe preso in considerazione la mossa già nel 2022, subito dopo il difficoltoso aumento di capitale – ma anche una convergenza d’interessi con ambienti governativi decisi ad assecondare le ambizioni di due azionisti di peso: Caltagirone e Delfin, presenti nel capitale di Mps, Mediobanca e Generali.

Un intreccio tra finanza e politica

Lo scenario delineato da Report intreccia finanza e politica, suggerendo che il vero obiettivo sarebbe rafforzare la presa pubblica su Generali, storica cassaforte del risparmio italiano. Il contesto è quello favorevole creato dalla crescita dei tassi d’interesse, che ha gonfiato i margini di intermediazione delle banche, favorendo istituti come MPS, particolarmente sensibili a questo indicatore.

Nel 2024, infatti, la banca senese ha registrato ricavi per 4 miliardi di euro, di cui 2,3 miliardi provenienti dai margini d’interesse. Un risultato rilevante, soprattutto alla luce del percorso accidentato dell’istituto, segnato dalla fallimentare acquisizione di Antonveneta nel 2008 e dal salvataggio statale del 2017, costato 7,5 miliardi di euro ai contribuenti e sfociato nel controllo del MEF.

Il ruolo di Banka Akros

Ma proprio la cessione progressiva delle quote da parte del Tesoro, in ossequio agli impegni assunti con Bruxelles, solleva oggi nuove domande. A suscitare perplessità è l’ultima asta dello scorso novembre, in cui è stato collocato un pacchetto di azioni a un numero ristretto di soggetti – tra cui Caltagirone (3,6%), Banco Bpm (5%), Anima (4%) e Delfin (3,5%) – grazie all’intermediazione di Banca Akros, controllata dallo stesso Banco BPM.

Una modalità definita “anomala” da Report, dal momento che operazioni di questo tipo coinvolgono di norma un ventaglio molto più ampio di investitori. L’effetto è stato quello di facilitare l’ingresso di una cordata oggi coinvolta anche nell’assalto a Mediobanca, escludendo di fatto altri potenziali partecipanti al collocamento.

L’ex commissario Consob Luca Enriques, intervistato nel corso della trasmissione, ha sottolineato come una simile quota, se acquisita sul mercato, sarebbe verosimilmente costata di più. A corroborare la ricostruzione anche un’inchiesta del Financial Times, secondo cui Unicredit – intenzionata a partecipare al collocamento – non avrebbe ricevuto riscontro da parte di Banca Akros.

Un’azione concertata da settembre

Secondo Report, la regia dell’operazione sarebbe stata concertata con il Governo sin dallo scorso settembre, per aggirare l’ostacolo rappresentato dalla BCE. Caltagirone e Delfin, infatti, non possono acquisire direttamente il controllo di un istituto vigilato, essendo sprovvisti della necessaria licenza bancaria. L’ingresso in MPS consentirebbe però un’operazione indiretta: utilizzare la banca di Siena come veicolo per prendere posizione in Mediobanca e, da lì, influenzare Generali.

Una manovra che i due gruppi inseguono da tempo, frenati finora dal sostegno del mercato al management di Piazzetta Cuccia. Così oggi MPS torna protagonista, in una dinamica che ricorda, per certi versi, quella che portò all’acquisizione di Antonveneta e al successivo dissesto. È quindi in corso una nuova partita per il controllo della finanza italiana. Ma Bruxelles e Francoforte saranno semplici spettatori?


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