Le infinte discussioni sulla ‘movida’ e le proteste per la ‘malamovida’ hanno tenuto banco per tutta l’estate.Essendo già nella seconda settimana d’autunno, è legittimo chiedersi: a che punto siamo?
Verrebbe da dire, ad un punto morto. Di fatto, passateci il gioco di parole, poco o nulla è stato fatto.
Delle due telecamere promesse, una da installare in via Gramsci lato Palazzo Deli e l’altra in piazza del Grano lato biblioteca, dovrebbe spuntare solo quest’ultima, ma si stanno ancora attendendo i ‘tempi tecnici’. Intanto la zona, per cause naturali, nel vero senso della parola, si è pian piano svuotata.
Il problema sosta selvaggia e transito non autorizzato, che danneggia in primis operatori e residenti, è proseguito per tutta l’estate ed ancora persiste. In attesa dell’installazione dei varchi elettronici, per i quali ad ogni annuncio corrisponde un ulteriore slittamento, e che sostanzialmente entreranno a pieno regime il prossimo anno.
La necessità di incrementare bagni pubblici e pulizia stradale si è risolto da solo, con la brutta stagione ed il calo delle presenze.
Stessa cosa per i disagi legati agli schiamazzi notturni: finestre chiuse e meno tavoli all’aperto, li hanno pressoché eliminati.
Ma allora, a cosa sono serviti consultori, esperti tecnici, focus, vertici, bandi e tavoli su tavoli?
Abbiamo fatto il punto con Lucia Coco, consultrice del sindaco per la Promozione della salute, del benessere e della qualità della vita. “Ho iniziato a svolgere il mio lavoro sulla questione movida a gennaio, su incarico dell’amministrazione comunale – spiega – ed agli inizi di agosto, nel corso di un apposito tavolo tecnico, abbiamo consegnato il report richiesto, un consistente e dettagliato dossier. Sono le risultanze di circa otto mesi di confronti, con quattro focus group, incontri specifici, tavoli di concertazione e raccolta di proteste e proposte – rileva la consultrice Coco – l’ultima riunione, alla quale hanno partecipato i rappresentanti di residenti, operatori, categorie, giovani ed associazionismo, doveva proprio servire a passare alla seconda fase, quella della concertazione, per trovare ed applicare soluzioni condivise. Purtroppo però il tavolo è saltato, per contrasti sia tra gli stessi soggetti interessati, che tra questi e l’amministrazione comunale. Da allora non ci siamo più aggiornati. Io non ho compiti e ruoli decisionali – sottolinea la dottoressa Coco – adesso la questione è tutta nelle mani dell’assessore Patriarchi e del sindaco Mismetti, resto comunque a disposizione di tutti, qualora venga richiesto un mio ulteriore impegno”.