I colleghi della polizia e gli amici che ne condividevano la passione per la caccia si sono stretti intorno alla famiglia
In tanti hanno voluto salutare per l’ultima volta Daniele Tardocchi, il 45enne ispettore di polizia morto in un incidente di caccia. I funerali sono stati celebrati nella chiesa di San Pietro, alle porte di Spoleto. Una funzione a cui hanno assistito tantissime persone, tanto che in molti hanno dovuto attendere l’uscita del feretro fuori dalla chiesa.
Persone che si sono strette intorno alla compagna, al figlioletto ed a tutta la famiglia, ancora incredula per quanto avvenuto. Così come increduli sono gli amici che ne condividevano la passione per la caccia.
Proprio durante una battuta di caccia, sabato scorso, in località Balduini, secondo una prima ricostruzione, dal fucile che Daniele teneva in spalla, durante uno spostamento in una zona impervia, a seguito dell’urto con degli arbusti sarebbe partito accidentalmente un colpo mortale. La vicinanza dello sparo che lo ha colpito alla testa, non lasciandogli scampo, sarebbe stata confermata dall’autopsia eseguita dal medico legale Fabio Lancia, su disposizione della Procura della Repubblica di Spoleto che indaga sulla morte dell’ispettore. La dinamica, raccontata dai due amici che erano a caccia con lui quella mattinata, dovrà essere confermata dall’esame baslistico.
Intorno alla famiglia di Daniele Tardocchi si sono strettii colleghi della polizia di Stato, presente con le massime autorità regionali e con il personale del Commissariato di Spoleto, dove lavorava. Presenti anche rappresentanti delle associazioni venatorie e dell’Atc.
La salma di Daniele Tardocchi è stata tumulata nel cimitero di Crocemarroggia.