Spoleto

Morto don Gianfranco Formenton, Diocesi Spoleto – Norcia in lutto. Sabato i funerali

Don Gianfranco Formenton è tornato alla Casa del Padre. Il parroco di San Martino in Trignano, Sant’Angelo in Mercole e Montemartano è morto giovedì pomeriggio all’ospedale di Foligno, dove era ricoverato in coma irreversibile. Era stato colto da un arresto cardiaco la mattina di Natale, prima di celebrare la messa.

A dare l’annuncio della morte è la Diocesi di Spoleto – Norcia, in profondo lutto per la scomparsa del sacerdote 62enne. Da giorni, come detto, le condizioni del sacerdote erano apparse disperate.

Il funerale sarà presieduto dall’Arcivescovo sabato 7 gennaio alle ore 10.30 nella chiesa parrocchiale di S. Martino in Trignano.

Nato il 30 marzo 1960, veneto, don Gianfranco Formenton era stato ordinato sacerdote nel 1988. Per il 30esimo anniversario di sacerdozio, 5 anni fa, la sua comunità parrocchiale aveva organizzato una grande festa.

Una vita in prima linea

Assistente Scout, aveva iniziato la sua attività pastorale nell’Archidiocesi spoletana – nursina a Sellano. Si trovava lì quando avvenne il terremoto del 1997. E sfiorò la morte all’epoca, quando una trave della canonica gli piombò addosso mentre dormiva, fermandosi miracolosamente sulla spalliera in ferro del letto.

La sua vita è sempre stata in prima linea. Don Gianfranco è rimbalzato spesso sulle cronache nazionali per alcune sue prese di posizione pubbliche su temi ‘scottanti’. Dall’ambiente all’immigrazione, subendo anche nel corso del tempo atti vandalici nella sua abitazione.

E’ stato amato dalla gente comune ma non da certi sindacalisti e politici per il suo impegno in favore degli operai, dell’ambiente (con le dure prese di posizione contro alcune aziende locali, scendendo anche in piazza), dei diritti degli ultimi. Come dimenticare il cartello che invitava “i razzisti ad andare via”, lo scontro a distanza (era il 2015) con il leader leghista Matteo Salvini ed altri parlamentari del carroccio. L’ultima denuncia pubblica, negli ultimi anni, era stata relativa alla sua San Martino in Trignano, per il degrado in cui versava il verde pubblico.

Il ricordo dell’arcivescovo

Don Gianfranco la mattina di Natale ha avuto un arresto cardiaco e da subito la situazione era parsa gravissima; ma già il 23 ottobre scorso aveva avuto altri due arresti cardiaci, dai quali però si era ripreso ed era pure tornato con gradualità a svolgere il suo servizio di prete.

«La scomparsa di don Gianfranco – afferma l’arcivescovo Renato Boccardo – crea un grande vuoto nella nostra Diocesi e nelle comunità cristiane che ha servito con passione e generosità. Rimane la sua preziosa testimonianza di discepolo fedele del Vangelo e di educatore della coscienza del popolo a lui affidato».

Don Gianfranco Formenton, il ricordo del sindaco Andrea Sisti

In città è grande il cordoglio per la scomparsa di don Gianfranco Formenton. Come evidenzia anche il sindaco di Spoleto Andrea Sisti, in una nota di cordoglio a nome dell’amministrazione comunale.

Nonostante conoscessimo la gravità delle condizioni di salute di Don Gianfranco, abbiamo sperato fino all’ultimo che la sua forza e la sua determinazione potessero aiutarlo a superare questa condizione di estrema criticità. Purtroppo così non è stato e la sua scomparsa sottrae alla città non solo un sacerdote rigoroso e appassionato, ma anche un uomo capace di vivere la fede in maniera vibrante, consapevole, vivace.

Don Gianfranco Formenton ha saputo stare tra la gente, tra i tanti parrocchiani e cittadini che hanno saputo negli anni apprezzarne la tempra e la forza d’animo e che, per questo, gli hanno voluto sinceramente e concretamente bene, perché aveva in sé la capacità di intensificare le relazioni umane, di fortificare i legami, di vivere responsabilmente e con lealtà sia il suo essere uomo di chiesa, sia i convincimenti che hanno guidato il suo percorso terreno. Ci mancherà, mancherà a tanti, ma il valore della sua condotta, gli insegnamenti che ci lascia sono semi che germoglieranno ancora, perché avranno in dono la sua tenacia, perché abbiamo in dono il ricordo di ciò che è stato”.

(articolo in aggiornamento)

Sara Fratepietro – Carlo Ceraso