Un’embolia bipolmonare quella che ha stroncato la vita del famoso promoter e manager Sergio Piazzoli, mercoledì mattina. Così recita l’esito dell’autopsia effettuata in mattinata dai medici Sergio Scalise Pantuso e Anna Maria Verdelli. Non un infarto, dunque, come si era pensato all’inizio. Tocca ora al procuratore Massimo Casucci analizzare tutte le carte, incluse quelle riguardanti il day hospital al quale Piazzoli era stato sottoposto martedì, il giorno prima della morte, dopo alcune visite effettuate la settimana scorsa, anche su prescrizione di una struttura di Umbertide. Il problema pare però fosse legato ad alcuni disturbi gastroenterici. L’iter ora non sarà così immediato, e spetterà al giudice stabilire se ci sono legami tra il decesso di Piazzoli e le cure dei medici che lo hanno visitato nei giorni precedenti.
A chiedere chiarimenti sul decesso di “Sergino” è stata la compagna, Patrizia Marcagnani, che ha parlato di “atto dovuto” nei confronti di un uomo con il quale era insieme da 30 anni, e che avrebbe inoltre lamentato dei ritardi nell’arrivo dell’ambulanza mercoledì mattina, a Montebagnolo, dove il manager viveva con Patrizia. Da lì la corsa, invano verso l’ospedale, e la morte nell’autoambulanza. “Anche una maggiore tempestività nei soccorsi non avrebbe cambiato il corso delle cose”, ha però commentato l’avvocato Sandro Picchiarelli, legale della compagna dell’organizzatore di eventi musicali. Lo stesso ha comunque ricordato che Piazzoli nei giorni precedenti alla morte si era sottoposto ad accertamenti medici presso l’ospedale perugino. “Andremo quindi ora ad attenzionare – ha spiegato l’avvocato Picchiarelli – altri momenti che potrebbero essere importanti. Non c’è alcuna volontà di accanimento ma la compagna vuole sapere cosa è successo”.
La camera ardente sarà aperta oggi dalle 16 alle 23 a San Bevignate, mentre l’ultimo saluto ci sarà domani a Ponte San Giovanni nella chiesa di San Bartolomeo, con i funerali alle 9.
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