Omicidio colposo, con colpa cosciente: dopo aver visionato il video che registrò la reazione di Piero Fabbri subito dopo la tragedia la giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Firenze ha deciso di confermare l’accusa e non quella originaria, e più grave, di omicidio volontario, richiesta dai legali della famiglia Piampiano. Allo stesso tempo, però, ha anche rigettato la proposta di patteggiamento presentata dall’imputato con il via libera della procura.
Nel corso dell’udienza preliminare qualche mese fa accusa e difesa avevano “battagliato” sul reato da contestare a Piero Fabbri, che l’11 gennaio di due anni fa, con un colpo di fucile esploso durante una battuta di caccia al cinghiale, uccise il giovane 23enne. Come già anticipato nei mesi scorsi le ricostruzioni sono simili, ma è diversa l’ipotesi di reato: l’accusa – non senza perplessità – è di omicidio colposo, con l’aggravante di aver commesso il fatto nonostante la previsione dell’evento. Fabbri, che dopo la chiusura delle indagini non ha presentato memorie difensive – ha offerto un patteggiamento a tre anni da scontare fuori dal carcere, attraverso lavori di pubblica utilità. Anche questa rifiutata dalla giudice, soprattutto per l’aleatorietà dei risarcimenti.