Nessuno sconto per la morte di Filippo Limini: la Corte di Cassazione ha di fatto confermato le condanne di Valentino George Neculai e di Kevin Malferteiner, che avevano fatto ricorso contro le pene loro comminate.
Il primo, con rito abbreviato, era stato condannato a 7 anni per omicidio preterintenzionale e rissa aggravata, il secondo a 10 mesi per il solo reato di rissa aggravata. Il ricorso del primo è stato rigettato e quello del secondo (passeggero dell’auto che aveva travolto il giovane 25enne) dichiarato inammissibile. I giudici hanno ritenuto valida la ricostruzione dei carabinieri di Assisi e al netto di alcune censure di merito che non inficiano il giudizio: Neculai, che dopo i fatti era scappato in Germania, aveva colpito Limini con calci e pugni mentre era già a terra dopo un precedente colpo da un altro partecipante alla rissa; il giovane spoletino era poi stati investito e ucciso dall’utilitaria a bordo della quale il gruppo di giovani bastioli, accerchiato dagli spoletini, stava tentando la fuga.
Nel processo per la morte di Filippo Limini, un paio di anni fa Brendon Kosiki, autista dell’auto, ha patteggiato una pena di 4 anni per omicidio stradale e rissa; Denis Hajderlliu, che aveva colpito Limini con un pugno prima che Neculai intervenisse, aveva patteggiato 3 anni. Altri giovani appartenenti ai due gruppi sono stati condannati per rissa. Oltre a due assoluzioni, c’erano anche state condanne per alcuni giovani del gruppo spoletino: Daniel Tardea era stato condannato 10 mesi, Denis Radi ed Emanuel Dedai 4 mesi ciascuno.