Si chiudono con una carcerazione le indagini dei carabinieri di Assisi: la ricostruzione dei fatti grazie anche alle immagini della go-pro
Avrebbe mentito sulla ricostruzione dei fatti, cercato di depistare le indagini alterando lo stato dei luoghi, scaricando l’arma di Davide Piampiano, disfacendosi del proprio fucile e della propria giacca da caccia e soprattutto omettendo di chiamare tempestivamente i soccorsi, avvisati solo dopo vari minuti da un altro giovane che si trovava a caccia e che nel frattempo era sopraggiunto. Per questo una persona, di cui non sono state rese ancora note le generalità ma di cui si sa solo che è residente ad Assisi e che era uno dei partecipanti alla battuta di caccia, è stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Assisi guidata dal capitano Vittorio Jervolino.
A incastrare l’uomo, ora carcerato a Capanne le immagini della go-pro del giovane deceduto: secondo la ricostruzione dei militari, “i filmati in essa contenuti all’interno, particolarmente crudi e drammatici, hanno permesso di stabilire che il colpo fatale certamente non è stato esploso dal fucile di Davide Piampiano a seguito di una caduta, ma da quello di un terzo presumibilmente anche lui nella battuta di caccia”.
Tale comportamento omissivo ha consentito di ipotizzare a carico dell’autore dello sparo l’ipotesi dolosa di omicidio, avendo egli con la sua scelta di non chiamare immediatamente i soccorsi accertato il rischio che il soggetto colpito potesse morire. L’arresto è avvenuto nel pomeriggio di oggi, quando i carabinieri della compagnia di Assisi hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare
Nei confronti del soggetto indicato il Giudice delle indagini preliminari ha ritenuto, conformemente alla richiesta dell’Ufficio, sussistenti gravi indizi di colpevolezza per il reato di omicidio volontario con dolo eventuale. Da una prima ricostruzione della dinamica, basata sulle dichiarazioni rese da parte dei vari testimoni, era, invece, emerso che Piampiano si trovava a caccia con un altro amico e che un terzo cacciatore, non impegnato con loro nella battuta ma residente in quella località, aveva trovato Davide in fin di vita dopo aver udito in lontananza uno sparo ed essersi avvicinato per verificare se i due fossero riusciti ad abbattere un cinghiale. Già, però, in sede di autopsia emersi numerosi dubbi sull’ipotesi del colpo fosse stato esploso accidentalmente dallo stesso Piampiano, poiché sembrava da escludersi che esso potesse essere partito a bruciapelo, portando quindi gli inquirenti a svolgere accertamenti più approfonditi.
Le indagini molto approfondite e scrupolose dei carabinieri, svolte sotto la direzione della procura, hanno poi consentito la svolta e quindi di ricostruire una dinamica ben diversa dei fatti. Sul luogo dell’incidente i Carabinieri hanno sequestrato, oltre ai telefoni, alle armi e agli indumenti dei presenti, anche una GoPro (sostanzialmente una microtelecamera) che Davide Piampiano utilizzava per pubblicare suoi contenuti sui social. Proprio da questa telecamera è arrivata la ricostruzione finale che ha permesso di arrestare l’uomo.