Erano le 09.30 circa del 15 luglio 2015, quando il personale della Compagnia Carabinieri di Gubbio interveniva nei locali della ditta “La bottiglia”, in via Tifernate, dove era stato rivenuto il cadavere del 45enne C.M.A.M, deceduto per overdose da stupefacenti. Da allora, dopo alcuni mesi di indagini, i militari sono riusciti a ricostruire nel dettaglio le ore precedenti alla morte dell’uomo, assicurando alla giustizia coloro che direttamente, ed in concorso, gli cedettero la dose fatale.
Punto di partenza sono stati gli elementi emersi durante il primo sopralluogo eseguito nel locale, dove erano state rinvenute le prime tracce. Subito dopo, a conferma delle prime ipotesi sono arrivati i riscontri dei tabulati telefonici a seguito dei quali venivano identificati il 25enne I.A., di origine campane, ma da anni stabilitosi nella provincia di Perugia e il 39enne tunisino K.J., residente a Massa Martana. Già dai primi accertamenti era emerso che i due, in concorso tra loro, erano attivi spacciatori di eroina e cocaina nel centro perugino. Inoltre K.J., sottoposto al regime dei domiciliari a Massa Martana, per reati analoghi, era solito avvalersi della collaborazione di I.A. per lo spaccio. L’attività di osservazione e pedinamento dei due ha permesso di individuare oltre 50 acquirenti tra cui anche alcuni eugubini, tutti segnalati all’A.G. e alla locale prefettura come consumatori. A carico del campano e del tunisino sono stati acquisiti gravi e circostanziati indizi di colpevolezza in ordine alla cessione della sostanza stupefacente, avvenuta a Perugia e risultata fatale per C.M.A.M.
Nei guai per la stessa vicenda è finito anche un 43enne eugubino, a carico del quale sono stati acquisiti altrettanto gravi indizi di colpevolezza per il concorso ed il favoreggiamento nei medesimi reati. A seguito degli elementi acquisiti e del grave quadro indiziario emerso, il GIP del Tribunale di Perugia ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il magrebino K.J. ed il campano I.A., ed una agli arresti domiciliari per l’eugubino F.O., accogliendo in pieno la richiesta formulata dalla locale Procura della Repubblica che ha coordinato tutte le indagini.
Durante l’esecuzione dei provvedimenti cautelari, eseguiti dai militari di Gubbio con l’ausilio delle compagnie di Perugia e Todi, I.A. è stato fermato in flagranza del reato di spaccio, sorpreso a consegnare dello stupefacente ad un giovane senese giunto a Perugia per acquistare droga. A seguito della successiva perquisizione personale e di un piccolo locale nella sua disponibilità ad Elce, il 25enne è stato trovato in possesso di 20 grammi di eroina e 10 di cocaina (quindi arrestato sia in esecuzione di ordinanza che in flagranza di reato). Altri accertamenti, inoltre, hanno permesso di individuare e denunciare in stato di libertà il proprietario del locale di Elce, messosi a disposizione per occultare la droga. Si tratta di F.M., un leccese da anni residente a Perugia.
L’operazione è stata denominata “Drug Cafè” perché alcune partite di droga messe in circolazione da K.J. e I.A. sono risultate di scarsa qualità, anche per la presenza di caffè all’interno dello stupefacente. I Carabinieri di Gubbio, inoltre, nel contesto della medesima attività sono riusciti ad individuare anche altri due spacciatori ai quali I.A. si rivolgeva per acquistare lo stupefacente. I due, gravitanti nella piazza perugina (fornitori di numerosissimi clienti) sono stati tratti in arresto. Si tratta di due cittadini albanesi, il 24enne S.P. e il 22enne A.E. (noti alle forze di polizia), arrestati per spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti. Residenti a Perugia, zona Ponte Rio, dopo lunghi servizi di osservazione e pedinamento, sono stati intercettati a bordo della loro utilitaria e trovati in possesso di 13 dosi di cocaina pronte per essere spacciate. E’ stata perquisita anche la loro abitazione, dove è stata rinvenuta la somma contante di 1.500 euro, provento dello spaccio, nonché tutto il necessario per il confezionamento delle dosi. I due arrestati sono finiti a Capanne.