Dopo quasi 5 secoli di presenza francescano-clariana con le Sorelle Clarisse, il Monastero “Sant’Agnese” di Montone (fondato nel 1560), è prossimo alla chiusura.
Giunte ad un numero troppo esiguo per poter portare avanti la presenza contemplativa nel borgo,
già da tempo le religiose si stavano interrogando sul futuro, quando è giunta loro dall’Ordine una richiesta di fondazione di un monastero di Clarisse in Libano. Progetto che – “dopo un lungo tempo di discernimento personale e comunitario” – è stato accettato.
La comunità che si appresta a partire è composta da: suor Damiana Ardesi (abbadessa della Comunità di Montone 62 anni), suor Celina Falcicchio (vicaria della Comunità di Montone, 75 anni), suor Gloria Paoletti (di Montone, 42 anni), suor Maria Grazia Contreras Paredes (dal monastero di Città del Messico, 39 anni), suor Lucia Sciortino (di Osimo, 62 anni).
“Andremo in Libano – spiegano – perché da lì è giunto l’invito e perché vi è la presenza dei francescani. Per noi monache Clarisse la ‘vicinanza’ ai frati è una questione identitaria. E poi c’è la chiamata personale di ognuna, il desiderio di camminare a fianco delle Chiese Sorelle (in Libano ne sono presenti almeno 9 cristiane), il voler vivere a stretto contatto con i fratelli dell’Islam per testimoniare che amicizia e fratellanza, nonostante le differenze, sono possibili e il voler essere nella terra in cui il Cristianesimo ha avuto inizio e da cui oggi, purtroppo, chi può fugge a causa di guerre e crisi economiche”.
Il progetto è certamente audace e per nulla semplice e sta richiedendo una seria preparazione da parte delle suore, che hanno peraltro già effettuato tre viaggi in Libano per conoscere il paese, incontrare le persone, le Chiese con i loro pastori e per cercare un luogo idoneo nel quale iniziare la nostra presenza clariana. In questi giorni tutta la comunità è impegnata pure nello studio assiduo dell’arabo.
“In Libano inizieremo la nostra presenza ‘in punta di piedi’, consapevoli che molto abbiamo da imparare. Cominceremo in semplicità, in una dimora temporanea, in una casa piccola rispetto ai nostri monasteri e non nostra, ‘stringendoci’ un po’! Poi, insieme, ci guarderemo attorno e cercheremo un luogo adatto alla costruzione (o ristrutturazione!) del monastero. Desideriamo sia un luogo di pace, amicizia e incontro, perciò tutti saranno i benvenuti: cristiani e musulmani senza differenza, nel rispetto di una storia fatta di ferite reciproche, che necessita di perdono e riconciliazione.
“Desideriamo ringraziare – concludono le Clarisse – tutti coloro che in questi anni hanno fatto parte della nostra vita; innanzitutto i montonesi (credenti e non!). Vorremmo esprimere loro il nostro grazie per tutto il bene, la stima, l’affetto che in tantissimi anni ci hanno sempre dimostrato. Non è facile neanche per noi partire: lasciamo un luogo caro, ricco di ricordi, affetti e tanto amore ricevuto. A tutti infinitamente grazie! E chi volesse approfondire o farci domande, sollevare questioni, ecc… può raggiungerci al nostro monastero a Montone. Le nostre porte sono, come sempre, aperte a tutti. Volentieri vi accoglieremo, non ci trasferiremo prima della fine del 2025!“.
Un ultimo tentativo di far desistere le monache lo ha fatto anche il sindaco di Montone Mirco Rinaldi, con una lettera: “Mi rivolgo a voi con profondo rispetto e riconoscenza – si legge in un estratto – So bene che la decisione di chiudere e dismettere il monastero non sia stata facile, né tanto meno priva di riflessioni e preoccupazioni. Tuttavia, desidero esprimere a nome degli abitanti del nostro amato paese il sincero desiderio che le suore francescane continuino a far parte della nostra realtà. Vi chiedo di considerare la possibilità di non abbandonare Montone. La comunità ha bisogno di voi, e la storia che lega da sempre le suore francescane al nostro paese è troppo importante per essere interrotta. Il monastero e la vostra missione hanno un valore che va oltre il tempo, e sarebbe un grande dolore vedere questa tradizione spegnersi”.