Categorie: Economia & Lavoro Spoleto

Mobilità alternativa, “spariti” 3 milioni. Secondo ditta edile il Ministero li avrebbe già versati al Comune

Si infittisce il “giallo” sul primo stralcio della mobilità alternativa spoletina, sbandierato solo poche settimane fa nel convegno col ministro Clini (leggi qui) come il fiore all’occhiello di un modello che tutta Italia avrebbe preso ad esempio e ora bloccato per il mancato pagamento alla ditta realizzatrice dei lavori di diverse fatture, per un importo totale che sfiora i 3 milioni di euro.

Il “calvario” della Posterna – Vero è che il cantiere della Posterna ha dovuto far fronte a diversi intoppi sin dall’avviamento dei lavori, che hanno costretto le istituzioni a dilazionare a più riprese le date previste per l’inaugurazioni (dal marzo 2012 si è passati alla primavera del 2013, con vari passaggi intermedi). Ma l’impasse degli ultimi giorni rischia di far crollare anche l’unica certezza rimasta in piedi negli ultimi due anni: quella che alla fine il primo stralcio sarebbe stato completato.

Dove sono i soldi? – Stando a quanto riferisce in una lettera di diffida indirizzata alla Umbria Mobilità e al Comune di Spoleto la ditta edile impegnata nei lavori, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti avrebbe già consegnato i 3 milioni necessari alla ripresa della attività. Ma dall’azienda regionale dei trasporti e da palazzo comunale sono arrivate solo smentite. Il punto, quindi, è capire che fine abbiano fatto questi soldi. La Commissione controllo e garanzia del Comune proverà a fare chiarezza sulla vicenda il prossimo 5 novembre, giorno in cui tornerà a riunirsi, dopo aver sollevato il caso insieme alla consigliera provinciale Laura Zampa (qui).

Modello incompiuto? – Nel frattempo, però, i lavori rimangono bloccati, e il progetto per cui tutta l’Italia avrebbe dovuto prendere a modello Spoleto rischia di rimanere incompiuto. Non sembra più essere a disposizione neanche la soluzione profilatasi qualche giorno fa: quella del milione e 200mila euro di rimborso Iva esigibile dallo stato da parte di Umbria Mobilità (tramite Equitalia), che avrebbe rappresentato una vera e propria boccata d’ossigeno di termini di liquidità.