E' andato tutto come previsto questa mattina alla Minerva. Anzi, di più. I sindacati, che avevano incontrato i lavoratori alle 8 per poi raggiungere Confindustria, sono tornati in fabbrica nelle prime ore del pomeriggio per relazionare sul primo incontro con la cordata di imprenditori disposta a rilevare in affitto la Industrie Minerva. Sul tavolo avviato nel capoluogo si sono così incontrati da una parte i nuovi rappresentanti della società Cavallucci e Pulsone, dall'altra i tre sindacalisti confederali Pierotti, Conti e Giannini. Si è immediatamente scatenata la caccia al curriculum dei due nuovi imprenditori (affiancati da Gelmini della Tecnoform di Perugia e da Esposito, titolare a Napoli di una azienda che già forniva pianali e assemblati alla Minerva). Per quello che è trapelato il dottor Cavallucci è un manager finanziario, mentre Pulsone vanta in quel di Avellino due aziende nello stesso settore per un totale di 250 dipendenti. E il duo Raggi-Galeotti? I due dirigenti della Minerva farebbero parte della nuova cordata, anche se non è chiaro con quale quota. La neosocietà, costituita ad hoc per rilevare in affitto la Minerva, conterebbe su un capitale sociale di 4 milioni di euro e beneficierebbe del supporto di alcune banche. Non certamente quelle locali, con le quali la I.M. è in deficit. Le notizie trapelate in questi giorni sui 12 milioni di euro di 'buco' e di un possibile ricorso alla magistratura, hanno fatto uscire allo scoperto il cavalier Marcoaldi per tramite del suo presidente. In una nota diffusa solo ad alcuni giornali, la Minerva ha evidenziato l'ammontare del debito è di circa 6 milioni di euro. Confermato intanto che la nuova cordata avrebbe già firmato il preliminare di affitto dell'azienda con lo stesso Marcoaldi. Il tavolo comunque è stato aggiornato a lunedì prossimo quando Cavallucci e Pulsone presenteranno ai sindacati il piano industriale. Regna, come ovvio, la preoccupazione fra le maestranze in attesa di conoscere se saranno salvaguardati i livelli occupazionali. Nessuna novità invece alla presunta scalata avviata dall'ingegner Gervasi. I sindacati sostengono di non aver alcun documento, nè di averlo trovato in Confindustria.