Messa nella chiesa profanata, trovato l'autore: "Volevo liberare il crocifisso"

Messa nella chiesa profanata, trovato l’autore: “Volevo liberare il crocifisso”

Redazione

Messa nella chiesa profanata, trovato l’autore: “Volevo liberare il crocifisso”

Dom, 20/11/2022 - 11:40

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La chiesa di Santa Maria delle Grazie riaperta grazie ai fedeli che hanno riparato i danni compiuti da un giovane con disagio psichico

Celebrata la messa nella chiesa cimiteriale di Santa Maria delle Grazie di Monterone, che nei giorni era stata profanata. Ad officiare la messa è stato il vescovo Maffeis, insieme a don Giordano e al diacono Sergio. A cui nei giorni scorsi la polizia aveva riconsegnato la settecentesca statua del Cristo che, dopo essere stata staccata dalla croce (fatta trovare capovolta) era stata rinvenuta dal guardiano del cimitero in un cassonetto. Un gesto che aveva fatto temere un gesto di profanazione della chiesa di Monterone, come già avvenuto nella primavera del 2014, quando fu trafugato il Santissimo Sacramento dal tabernacolo.

Invece proprio mons. Maffeis ha svelato: “E’ stato identificato in un giovane affetto da disagio psichico, un giovane che ha spiegato come il suo intento fosse quello di “liberare” il crocifisso dalla sofferenza della sua stessa croce”.

Il crocifisso oltre ad essere stato rimosso dalla parete è stato anche tolto dalla croce di legno e questo lo ha danneggiato in più parti e, pertanto, necessita di un accurato restauro prima di essere ricollocato al suo posto.

L’opera dei fedeli ha consentito comunque di riparare gran parte dei danni compiuti e così è stato possibile riaprire la chiesa cimiteriale. “Insieme alla gratitudine per quanti si sono prestati per il ripristino degli oggetti sacri e la sistemazione della chiesa in modo da renderla nuovamente fruibile, la celebrazione è stata un’occasione – ha evidenziato il vescovo – anche per pregare per tutti i malati, specialmente per quanti più soffrono sul piano psichico e che spesso restano ai margini, perché la loro malattia trova ancora difficoltà ad essere accettata e accompagnata. Un pensiero di stima va in particolare al questore e agli agenti di Polizia proprio per l’attenzione e la delicatezza avute nei confronti della persona che si è resa, suo malgrado, protagonista di questa spiacevole vicenda”.

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