E' arrivata alla conclusione anche l'indagine aperta a suo tempo in Gran Bretagna sulla morte della 21enne studentessa inglese Meredith Kercher: a oltre sei anni dall'omicidio, e a quasi due mesi dalla conferma in appello della condanna di Amanda Knox e di Raffaele Sollecito in sede di rinvio, in un'udienza-lampo tenutasi davanti alla Croydon Coroner's Court nella parte sud di Londra, circa cinque minuti appena, è stato stabilito che il decesso di Meredith fu “chiaramente dovuto a cause non naturali”, e che la ragazza è stata “uccisa illegalmente”. I familiari non erano presenti alla lettura del dispositivo.
La conclusione di Roy Palmer, pubblico ufficiale incaricato dell'inchiesta, suona lapalissiana: ma nel diritto anglosassone una procedura del genere non è finalizzata nè a un'incriminazione nè a un rinvio a giudizio, e neppure a un risarcimento del danno, avendo esclusivamente lo scopo di accertare le cause mediche di una morte improvvisa, violenta o comunque innaturale, il momento in cui è avvenuta e il luogo, sia in patria sia all'estero.
Per tale ragione, quando la salma di Meredith tornò a casa circa due settimane dopo il delitto, si iniziò a investigare anche nel Regno Unito. “L'autopsia indica che la vittima perse la vita come risultato di un trauma emorragico determinato da un colpo di arma acuminata e da ferite da taglio ai vasi sanguigni del collo”, ha sintetizzato Palmer, aggiungendo quanto è noto: il cadavere fu rinvenuto la notte del 1 novembre 2007 nella camera da letto dell'appartamento dove Meredith risiedeva, a Perugia.
Un portavoce dell'ufficio del coroner, Barry May, ha quindi riferito in aula di aver parlato con il fratello della vittima, Lyle, e esserne stato informato del fatto che i parenti erano “paghi” della chiusura delle indagini senza la loro presenza. “Dopo tutti questi anni”, ha aggiunto ancora Palmer, “sono ansiosi di arrivare a una conclusione, ed e' appropriato che io mi attenga a ciò e la fornisca loro”, ha concluso. Oltre Manica, dunque, la vicenda è chiusa. In Italia la parola torna adesso alla Cassazione, sempre che sia adita in tempo utile.