Un ritorno al passato per risolvere i problemi dell’inquinamento del fiume Paglia a Orvieto, dove sono presenti importante tracce di mercurio. La proposta arriva dal gruppo consiliare del Movimento 5 stelle, che ha depositato un atto con il quale si ipotizza di bonificare il corso d’acqua “attraverso la fitodepurazione con il massiccio uso della canapa, almeno nell’ambito dei comuni coinvolti nel Contratto di Fiume“. “Quello dell’uso delle piante come filtri naturali in grado di risucchiare ed accumulare sostanze come i metalli contaminanti – viene ricordato – è un metodo già sperimentato nelle aree Ilva di Taranto ed è una soluzione per la quale non mancano aziende in regione ed esperienze positive e che esclude di aggiungere peggiorativi alla situazione già critica. A questo va aggiunto che quella della Canapa era filiera un tempo tradizionale proprio sul fiume Paglia il che, probabilmente, spiega come mai nel tempo i danni del mercurio di una miniera attiva già all’epoca romana siano stati tutto sommato contenuti. Ed in ogni caso è una proposta ecologica che rispetta anche una tradizionale vocazione del territorio e potrebbe portare posti di lavoro e prospettive di sviluppo che in tempi di crisi non guasta“.
“Va da sé – evidenzia il consigliere comunale pentastellato Lucia Vergaglia – che se non si risolve il problema a monte, a valle comunque non dobbiamo cedere supinamente e opporre capacità politica e strategia ambientale. Noi abbiamo proposto di utilizzare i fondi europei, precisamente il LIFE+, per avviare un percorso di riduzione dell’impatto di nuove contaminazioni, di ripristino ambientale in relazione sia al mercurio non ancora biodisponibile presente nei sedimenti che quello ormai nella catena alimentare detto metil mercurio. Lo facciamo proponendo di ripristinare una produzione locale che ha, secondo gli esperti, il benefico effetto di attrarre e gestire le contaminazioni. Dobbiamo ricordare infatti che un tempo sul Paglia abbondavano le canepule, i cumuli di fusti di canapa legati a fasci per procedere all’essiccazione prima del macero della canapa nella cosiddetta “vorga”. Ecco oggi la tecnica ci dice che quelle pratiche, che hanno anche un loro mercato, sono una delle strategie per abbattere i livelli d’inquinamento e bonificare corpi fluviali e territori bagnati dalle acque. Serve solo partire, sfruttare l’esperienza e l’occasione d’essere capofila del contratto di fiume ed iniziare i passi per intervenire. Se nel frattempo la Regione riesce a trovare fondi o a fare altri interventi meglio, ma nel frattempo abbiamo un nostro personale piano B che potremmo attivare da subito, con costi irrisori rispetto al danno potenziale dell’inquinamento. Bisogna intervenire, noi proponiamo di farlo con l’aiuto dei mezzi naturali e tradizionali, cercando anche di farci finanziare per farlo. Pertanto abbiamo depositato una mozione in tal senso che sarà discussa speriamo entro il mese in corso e speriamo senza tutti quei preconcetti e quelle rinunce in partenza che abbiamo visto porre come ostacolo da questa maggioranza del no e del però”.