MERCATO COPERTO, PREOCCUPAZIONE E RABBIA TRA I COMMERCIANTI - Tuttoggi.info

MERCATO COPERTO, PREOCCUPAZIONE E RABBIA TRA I COMMERCIANTI

Redazione

MERCATO COPERTO, PREOCCUPAZIONE E RABBIA TRA I COMMERCIANTI

Mer, 17/03/2010 - 16:07

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La vicenda del mercato coperto di Perugia è diventata una sorta di patata bollente che passa dalle mani dell'amministrazione comunale a quelle di Italia Nostra, che si batte per una soluzione alternativa. La patata, però, pare non finire mai nella mani “giuste”, quelle di chi è davvero interessato alle sorti della struttura: i commercianti che ci lavorano da anni. Tuttoggi.info ha sentito la loro opinione e il coro è stato unanime: “siamo preoccupati per il futuro, ci sentiamo tagliati fuori da tutto. L'amministrazione comunale non ci fa sapere nulla. Da circa un mese abbiamo chiesto un incontro al sindaco Boccali, senza però aver ricevuto una risposta”.

Mariantonietta D'Addio lavora da 43 anni al mercato coperto e rassegnata dice: “il mercato sta morendo. Al piano di sotto gli alimentari, gli ortolani e i fruttivendoli non ci sono più e la gente non viene più qui. In ogni dove si organizzano mercatini e noi non possiamo che esserne svantaggiati. Esiste un mercato coperto che dovrebbe essere potenziato perfarne un'attività proficua, perché la struttura c'è. È vero che va sistemata, ma c'è. Ogni amministrazione vuole mettere mani sul mercato coperto e io mi chiedo perché. E la mia risposta è stato un altro quesito in merito: si tratta di un panino molto imbottito? L'amministrazione ci deve pur dire che fine facciamo, perché qui ci sono 18 famiglie, senza contare i 3 o 4 commercianti rimasti a lavorare al piano di sotto. Che cosa facciamo noi? Non è una bella situazione quella che stiamo vivendo, perché oltre alle difficoltà di arrivare a fine mese dobbiamo anche vivere con il peso e l'incertezza del domani. A questo punto non so che dire, che pensare e che fare. So solo che noi lavoriamo 8 ore al giorno, ma ci rendiamo conto che la clientela è cambiata, oggi c'è solo gente di passaggio, gli uffici non ci sono più, i pullman non sono più comodi come una volta. I giovani vanno di fretta, preferiscono i centri commerciali, ma le persone anziane come fanno? I centri commerciali sono scomodi per loro. Noi potremmo essere la loro alternativa”. Mariantonietta D'Addio lancia anche un'idea:”Questo deve diventare un grande bazar, la struttura c'è, sfruttiamola! La gente è stanca dei centri commerciali tutti uguali”.

E sul progetto, portato avanti finora dall'amministrazione comunale anche Orfea Panfili frena: “Mi sembra un progetto talmente macchinoso, da non essere né credibile, né fattibile. Un palazzo di 6 piani costruito al posto dell'ascensore? Non ne vedo la convenienza. Noi chiediamo che venga fatto qualcosa, perché è davanti agli occhi di tutti la situazione in cui grava la struttura: sta cadendo a pezzi, e per questo ogni giorno uno di noi se ne va, chiudendo l'attività. È il caso diragionarci meglio, anche perché se la Soprintendenza ai beni culturali si è opposta qualcosa che non funziona perfettamente come dovrebbe ci sarà pure nel progetto presentato. Io sarei favorevole alla ristrutturazione,lasciando lo stabile così com'è, senza costruire altro. Una volta sistemato, possono essere tante le idee per fare rivivere il mercato coperto”. E a generare malumori e preoccupazioni è anche l'atteggiamento dell'amministrazione che a detta dei commercianti latita:”È più di un anno che non abbiamo incontri con nessuno – sottolinea Orfea Panfili -, pur chiedendone, attraverso lettere recapitate in Comune. Ufficialmente non sappiamo niente, le notizie che circolano le apprendiamo dai giornali. Si diceva che entro il 2010 saremmo dovuti andare via, ma qui non c'è niente di nuovo. Noi non veniamo né interpellati né informati. Nulla di nulla. È più di un mese che abbiamo scritto al sindaco, ma senza ricevere risposta”.

Perplessa sulla vicenda anche Zohreh Hemmatian, una commerciante che da solo un anno ha aperto la sua attività: “Ho visto come si lavora in altri mercati, come a Firenze e Roma, dove il mercato è realmente valorizzato. Qui è difficile lavorare, me ne sono resa conto subito perché il mercato vero e proprio non esiste più a Perugia”. E sulla condizione critica, vissuta dal mercato coperto, è intervenuta pure Miriam Agostini: “C'è una situazione di stallo per quantoriguarda le decisioni politiche e amministrative che riguardano la struttura. C'è uno spazio notevole al centro della città dove poter progettare tante cose purché ci sia la volontà politica di farlo. E supponendo che la volontà politica ci sia, il periodo non è dei migliori viste le limitate risorse economiche a disposizione delle stesse amministrazioni comunali. La situazione economica è quella che è per ognuno di noi. Detto questo, però, io sono del parere che ci sia spazioper tutti, soprattutto penso che ci debba essere più spazio per i giovani. Credo che sia l'unica struttura così grande rimasta in pieno centro storico e le iniziative potrebbero essere molteplici. Penso ad esempio se questo fosse un punto wireless, cosa che all'amministrazione pubblica costerebbe molto poco, avrebbe le sue attrattive. Qui gli spazici sono, sfruttiamoli”. Sulla possibilità di creare un centro commerciale Miriam Agostini è pratica:”Per avere un minimo diappetibilità, una struttura del genere, credo, debba essere quantomeno dotata di parcheggio e qui in centro mi sembra improbabile a meno di stravolgimenti”. Quando le chiediamo se è preoccupata per il futuro, ci risponde altrettanto schiettamente: “Considerando che ho un'attività e ho investito in questa non potrei non essere preoccupata per l'avvenire. Certo tutti noi stiamo scommettendo sul mercato coperto, perché questo rimane un luogo simbolo della città”.

La speranza è che la scommessa sia vincente per tutti. Nessuno escluso.


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