Medico accusato di sequestro e violenze a studentessa, "Sei mia schiava posso farti tutto" - Tuttoggi.info

Medico accusato di sequestro e violenze a studentessa, “Sei mia schiava posso farti tutto”

Sara Minciaroni

Medico accusato di sequestro e violenze a studentessa, “Sei mia schiava posso farti tutto”

Pratiche sadomasochiste ma per il pm è violenza sessuale. "Contro la mia volontà" la denuncia della ragazza
Mer, 28/09/2016 - 20:59

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“Sei la mia schiava. Io ti ho comprata, posso fare di te quello che voglio”. Un racconto agghiacciante, una storia di sottomissione e violenza quella che arriva nelle aule di tribunale. Imputato un medico, oggi rinviato a giudizio per reati che vanno dal sequestro di persona, alla riduzione in schiavitù alla violenza sessuale.

Così il 52enne marchigiano dovrà affrontare un pesantissimo processo come deciso questa mattina dal Gup di Macerata in sede di udienza preliminare, nel quale si è già costituita parte civile una ragazza di origini ugandesi ma studentessa a Perugia che lo accusa di averla sottoposta ad una serie di pratiche di natura sessuale andate avanti per anni con metodi tipici della sottomissione e del sadismo.

Lui è un medico dell’organizzazione “senza frontiere” che molto più maturo della giovane conosciuta in Africa ha deciso di portarla con sè in Italia con la promessa di aiutarla a studiare e a costruirsi un futuro. Così la ragazza si iscrive all’Università di Perugia fino a quando tutto cambia. Quell’uomo si rivela diverso dopo circa un anno la 29enne si ritrova intrappolata in un meccanismo dal quale impiegherà diverso tempo per liberarsi.

Lui la costringe a raggiungerlo e a subire pratiche sessuali non convenzionali. La fa stare nuda in casa tutto il tempo così che lui possa approfittare del suo corpo in qualsiasi momento. Le costringe i seni tra corde con cui poi la trascina. Le lega la bocca con una sfera per impedirle di urlare e la colpisce con un frustino di pelle.  Tutto fino a quando la ragazza finalmente non trova il coraggio di ribellarsi e di superare la vergogna per raccontare quelle cose che, lei afferma, avvenivano “contro la sua volontà”.

Va dalla polizia e poi si rivolge al centro antiviolenza di Perugia che ancora oggi la assiste. La polizia svolge le indagini che arrivano fino a oggi con la richiesta di rinvio a giudizio e la costituzione della giovane come parte lesa nel processo per mano dell’avvocato perugino Giuseppe Caforio. Si torna in aula a febbraio.

Processo che verrà celebrato con rito ordinario davanti al collegio e inizierà a febbraio.

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