Il professor Appignani venne arrestato nel 2017 per le mazzette chieste ad un collega, ora condannato a pagare 30mila euro
Con il suo comportamento provocò “un grave pregiudizio all’immagine e al decoro” dell’azienda ospedaliera di Perugia e dell’Università degli studi di Perugia. Per questo l’ex primario di chirurgia pediatrica dell’ospedale di Perugia, Antonino Appignani è stato condannato dalla Corte dei conti dell’Umbria a risarcire 30mila euro complessivamente ai due enti, oltre al pagamento delle spese di giudizio pari a 442,20 euro.
Il medico, all’epoca primario della chirurgia pediatrica del Santa Maria della Misericordia e professore ordinario presso la facoltà di medicina di Perugia, venne arrestato in flagranza di reato per corruzione nel 2017. Secondo quanto ricostruito, il professionista pretese delle mazzette (per un totale di 15mila euro, di cui gli ultimi 3mila sequestrati al momento dell’arresto da parte dei carabinieri) da un medico per consentirgli di trasferirsi nel capoluogo umbro. Dopo aver corrisposto 12mila euro nel 2016 all’ex primario, quest’ultimo dottore però si rivolse ai militari dell’Arma nel momento in cui Appignani gli chiese altro denaro. Soldi consegnati in contanti all’allora direttore della struttura complessa di chirurgia pediatrica ma prima fotocopiati dalle forze dell’ordine. Il professore finì quindi agli arresti domiciliari per le mazzette e patteggiò poi la pena nel 2019. Subito, comunque, si dimise da entrambi gli incarichi che aveva. Ma per la Corte dei conti con la sua condotta ha recato un grave danno d’immagine sia all’ospedale per cui lavorava che all’Ateneo. Per questo è stato condannato a al doppio di quanto illecitamente percepito con le mazzette.