Neanche il caldo infernale ha fermato Mauro Cimicchi, che a Houston, in Texas, ha portato a termine il suo quinto Ironman. Il triatleta spoletino, ormai un veterano di questa gara, ha sofferto forse come non mai ma non si è arreso, e ha tagliato il traguardo il 14 ore, 8 minuti e 7 secondi, 48esimo di categoria (su 118) e 1049esimo assoluto su oltre 3mila partecipanti.
“Non era solo il caldo ad ostacolarci, l’acqua del lago artificiale in cui abbiamo nuotato era torbida e scurissima, non si vedeva ad un palmo dal naso”, racconta Mauro. Che comunque, concentrandosi sulla tecnica, è uscito dall’acqua in 23esima posizione dopo 1 ora e 21 minuti, ancora piuttosto ‘fresco’ per affrontare i 180 km in sella alla bicicletta. Molto buona la sua frazione sulle due ruote, nonostante il forte vento. Pur cercando di non forzare troppo, Cimicchi ha pedalato ad una media di quasi 30 Km/h che gli ha consentito di arrivare al punto di raccolta in 38esima posizione di categoria.
“Il momento più duro – ammette Mauro – è arrivato durante la maratona, dove il caldo insopportabile ti costringeva ad idratarti con acqua e bibite ad ogni punto di ristoro facendoti perdere il ritmo”. L’uomo di ferro spoletino ha comunque stretto i denti e mantenuto un buon passo fino al 25esimo km quando alcune difficoltà ad alimentarsi l’hanno costretto a rallentare.
Non certo a fermarsi però. Non l’avrebbe mai fatto. Troppo grande la sua generosità, troppo grande la voglia di indossare, per la quinta volta in carriera, la maglietta con scritto ‘Finisher’, quella riservata a chi completa l’impresa. Così è stato anche negli Stati Uniti, e così sarà, ci scommettiamo, anche il 4 ottobre prossimo a Barcellona, la sesta sfida di Mauro Cimicchi al triathlon più duro del mondo.
A chi gli chiede quale sia il suo segreto, lui risponde in modo chiaro e schietto: “Quando finisci un Ironman sei distrutto, lo sforzo fisico e mentale di tutte quelle ore di gara ti annebbia la vista e ti intorpidisce i pensieri. Eppure, dopo aver tagliato il traguardo, io riesco immediatamente a visualizzare la prossima sfida e a pensare a dove posso ancora migliorare. Questo, è il mio segreto”.