(Luca Biribanti) – Narratore e affabulatore. Così ama definirsi Maurizio Maggiani, scrittore contemporaneo e moderno che, nella serata di oggi, ha dato una vera e propria lezione di letteratura al pubblico della bct di Terni che avrà l'onore di ospitare Maggiani anche nella giornata di domani, quando lo scrittore ligure incontrerà i ragazzi delle scuole superiori per celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia, presentando il suo ultimo racconto “Carne macinata per l'universo”. Maurizio Maggiani è stato conosciuto dal grande pubblico grazie al romanzo “Il viaggiatore notturno”, edito nel 2005, grazie al quale si è aggiudicato il premio letterario Strega nell'edizione 2006 e dopo quasi cinque anni di silenzio è tornato a far sentire la voce della memoria con il nuovo romanzo “Meccaniche celesti”. L'incontro col pubblico ternano è stato l'occasione per parlare di un libro in cui l'affabulazione prevale e avvolge un intreccio che non sempre trova una coerenza nella logicità e nella cronologia, partendo da un fatto reale, l'elezione di Obama come presidente degli Stati Uniti, per poi indagare nella memoria del protagonista fino ad arrivare alla Resistenza italiana. Un percorso a ritroso in cui il piano della memoria si interseca con quello della realtà e la fantasia diventa concretezza storica, il tutto sorretto dalla chiave di volta emotiva rappresentata dal personaggio della Duse, madre dell'io narrante. Quando Maggiani ha preso la parola per descrivere il suo rapporto con la scrittura il pubblico ha potuto capire cosa intenda l'autore quando si definisce affabulatore, cantastorie. L'autore ligure è un Omero moderno che canta il mito di una natura primitiva, quella del paesaggio della Magra di Castelnuovo, popolata da personaggi eroici, come la Santarellina e l'Uomo Nudo, che vivono nello spazio e nel tempo, quindi non idealizzati, ma storicizzati, ecco perché, come ha spiegato, “nel romanzo tutto è vero”. “Non sono un uomo intelligente” – così esordisce Maggiani prendendo il microfono – “per essere grandi romanzieri l'intelligenza non è necessaria, ma sono di temperamento genialoide e questo mi permette di attingere a un luogo della mia anima dove nascono i racconti. Essere a Terni è per me un onore perché ha molte cose in comune con la mia città d'origine La Spezia. Da piccolo sono stato deportato dalla campagna in città, quando la miseria induceva i contadini a cercare riscatto nelle industrie militari nautiche che hanno permesso a La Spezia di diventare un centro di 80.000 abitanti da 4.000 che ne aveva. Nello stesso periodo a Terni nascevano le acciaierie che producevano leghe speciali per fabbricare anche le navi nei cantieri di La Spezia; è stato il momento in cui in Italia è nata una classe operaia aristocratica, altamente specializzata, orgogliosa di avere tra le mani le chiavi del progresso. E oggi? I cantieri militari hanno chiuso e anche le acciaierie sono lontane dal periodo in cui costituivano l'eccellenza dell'industria italiana. Mi chiedo quale sia il destino comune delle due città e se ci sia ancora qualcuno in grado di progettare il progresso. È proprio il progresso il motore della civiltà e la chiave d'accesso al futuro è la memoria. Io non sono l'uomo che canta i bei vecchi andati, ma sono l'uomo che canta la memoria”.
MAURIZIO MAGGIANI PRESENTA “MECCANICHE CELESTI” A TERNI
Gio, 21/10/2010 - 09:39