Matteo Grandi: "Grazie Romizi, ma non entro in Giunta" | Le motivazioni del giornalista - Tuttoggi.info

Matteo Grandi: “Grazie Romizi, ma non entro in Giunta” | Le motivazioni del giornalista

Redazione

Matteo Grandi: “Grazie Romizi, ma non entro in Giunta” | Le motivazioni del giornalista

Prevalgono gli impegni professionali | Sulla poltrona di Fioroni gli appetiti dei partiti
Dom, 01/12/2019 - 10:51

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“No, grazie, sindaco Romizi. Ma sempre Viva Perugia!”. Come aveva fatto lo scorso giugno, il giornalista e autore televisivo perugino Matteo Grandi ha rifiutato l’invito del sindaco a sedere con lui in Giunta.

Un “no” arrivato dopo una serie di valutazioni personali e professionali un confronto con Andrea Romizi, che pur di avere Grandi nell’esecutivo ha provato a resistere agli appetiti dei partiti della coalizione di maggioranza.

E domenica mattina è stato lo stesso Grandi a spiegare le ragioni della sua scelta con un lungo posto sui social. “Le ultime 72 ore – spiega Matteo Grandi – le ho vissute confrontandomi con una delle scelte più difficili della mia vita. La proposta di una chiamata in Giunta, l’idea di entrare con un ruolo attivo e concreto nella vita amministrativa della mia città, la suggestione dell’assessorato sono state al tempo stesso motivo di enorme orgoglio ma anche di riflessioni tormentate“.

E ancora: “Chi mi conosce sa quanto amo Perugia, quanto mi sono speso con le parole e con i fatti (ultimo in ordine cronologico aver voluto fortemente a Perugia la Festa della Rete) per la mia città. Ma chi mi conosce sa anche che oggi la mia vita professionale mi porta spesso lontano dal capoluogo, che vivo le mie giornate in apnea, che gli impegni si accavallano al punto che a volte mi risulta difficile anche trovare tempo per un appuntamento se non lo pianifico con largo anticipo. Tutti aspetti che con il ruolo di assessore rischiavano di conciliarsi male. Certo, le idee, le relazioni fuori dal territorio, la voglia di fare bene, le mie visioni, giuste o sbagliate che fossero – prosegue il giornalista – avrei potuto coltivarle anche senza vivere h24 in un ufficio comunale, avrebbero potuto essere il valore aggiunto con il quale compensare le carenze di tempo. Ho provato in queste 72 ore a convincermi che la chiave per raccogliere la sfida potesse essere questa. E forse poteva esserlo, non avrò mai la controprova. Ma alla fine sull’ago della bilancia ha pesato il senso di responsabilità. Una responsabilità che è andata oltre la sirena degli onori, oltre il fascino della sfida, oltre le tantissime telefonate e messaggi di incoraggiamento che ho ricevuto in questi giorni. Sentire intorno a me la stima di tante persone, poter toccare con mano questo sostegno tangibile, a tratti commovente, non mi ha soltanto emozionato e fatto felice, mi ha fatto vacillare. E al tempo stesso ha amplificato i miei dubbi; anche per il timore di deludere quanti stavano riponendo fiducia in me. Ed è anche a loro che devo queste poche righe“.

Fuori dal Palazzo

Quindi, la decisione di non accettare la proposta del sindaco Romizi: “Alla fine la scelta di restare fuori dal “palazzo” nasce soprattutto per rispetto nei confronti dei miei concittadini. Nelle attuali condizioni non ero sicuro di poter essere all’altezza del ruolo e degli oneri che il ruolo comporta e accettare un incarico al quale non avrei potuto dedicarmi come avrei voluto, sarebbe stato un tradimento nei confronti della mia città. Il dado è tratto. Resterò una voce indipendente fuori dalla cosa pubblica. Ma non lontana dalla politica. Come diceva Oriana Fallaci – mi perdonino gli dei del giornalismo per l’ardito paragone – ci sono tanti modi per fare politica, e scrivere è uno di quelli, forse quello che oggi mi si addice di più. In futuro chissà“.

Un messaggio, quello di Grandi, che si chiude con parole di ringraziamento per il sindaco. Ed una precisazione, anche al fine di evitare speculazioni politiche sulla sua scelta: “Il mio – chiarisce – non è stato un ‘no a Romizi’ come ruvidamente riportato da qualche titolo di giornale. La mia è stata la scelta difficile e dolorosa di chi, da civico, nel progetto Romizi ha sempre creduto. E il fatto che il sindaco abbia pensato al mio nome per me è e resterà per sempre motivo d’immenso orgoglio”.

Gli appetiti dei partiti

Rimane quindi ancora vuota la poltrona lasciata vuota a Palazzo dei Priori da Michele Fioroni, chiamato dalla neo governatrice Donatella Tesei nella Giunta regionale. La chiamata di Matteo Grandi, oltre a rispondere al suo desiderio di avere un assessore “smart”, salvaguardava le prerogative di Romizi, mettendolo a riparo dalle richieste dei partiti. E dalle possibili fibrillazioni. Con Forza Italia che, come a giugno, lamenta la scarsa rappresentatività nell’esecutivo; la Lega che reclama un altro assessore, dopo il successo ottenuto a Perugia e il mancato terzo posto scattato a Palazzo Donini; Fratelli d’Italia che a questo punto vorrebbe confermata una personalità della propria area dopo l’uscita di Michele Fioroni.

(La foto con Matteo Grandi e Andrea Romizi è presa dal profilo Facebook del giornalista)

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