“Diversità che hanno un comune valore che le tiene insieme: l’Italia è Paese accogliente, aperto”. Quelle diversità, espresse dall’Università per Stranieri di Perugia, che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto sottolineare nel suo discorso inaugurale per l’avvio del centesimo anno accademico dell’Ateneo.
“Si tratta di compiti di grande rilievo che meritano la riconoscenza della Repubblica” ha aggiunto il Capo dello Stato.

“Qui nessuno è straniero” hanno detto il Presidente Mattarella e il rettore dell’Università per Stranieri di Perugia, Valerio De Cesaris. Il quale ha anche fatto richieste per aiutare gli studenti stranieri che arrivano in Italia, per abbassare il costo per l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale e semplificare le procedure per ottenere i visti per motivi di studio. Questioni che il Presidente della Repubblica ha assicurato che seguirà “con attenzione”.

Il rettore ha anche ricordato i tanti studenti palestinesi che negli anni hanno studiato qui, esprimendo vicinanza alle loro lotte per la pace. E di “cultura” come elemento “di pace”, di “comprensione reciproca e di cooperazione tra i popoli” ha parlato Mattarella, ricordando la figura di Aldo Capitini, che ha guidato l’Ateneo dopo la guerra, “campione della nonviolenza e della pace”.
E un esempio concreto di come la cultura possa essere un ponte e un collante tra i poveri è stato offerto dalle testimonianze delle studentesse e degli studenti della Colombia, del Camerun, della Cina e del Kenya. Per loro Perugia rappresenta una grande esperienza non soltanto dal punto di vista formativo, ma anche umano. Ed è questa la prima grande missione che, da cento anni, pur in contesti mutati, l’Università per Stranieri di Perugia ha sempre svolto.

(foto Presidenza della Repubblica Italiana)