Catiuscia Marini approda a Spoleto nella sua prima visita ufficiale quale candidata alla presidenza della Regione dell’Umbria per il centrosinistra cominciando da alcune delle più importanti associazioni di volontariato, che nella città del festival rappresentano una delle più belle realtà della cuore verde d’Italia. Il tour è cominciato dall’OAMI (l’Opera di assistenza malati impediti) dove la governatrice è stata accolta dalla presidente Egidia Patito. La Marini si è complimentata per il lavoro che l’associazione sta portando avanti e d è tornata a ringraziare quanti si prodigano quotidianamente per i meno fortunati. Subito dopo è stata la volta della Croce Verde del presidente Girolamo Zaffini. Qui la presidente uscente si è soffermata a lungo a parlare con i volontari impegnandosi ai quali ha promesso la massima attenzione. Poi è stata la volta de Il Cigno della presidente Vanna Arzuffi, l’associazione impegnata, tra le altre attività, nella raccolta fondi e relativo acquisto di attrezzature e materiali da donare all’ospedale di Spoleto. Dopo un breve incontro, al quale hanno preso parte anche la vicepresidente Barbara Zualdi e la dirigente dell’associazione Francesca Gori, la presidente si è fermata alla cena in forma privata offerta dalla signora Arzuffi. Una 70na gli invitati, nessun politico o dirigente di partito in carica. Fra presenti gli ex amministratori Daniele Benedetti e Battistina Vargiu, e l’ex consigliera comunale Daniela Tosti. Al termine dell’incontro conviviale la stessa Arzuffi, ringraziando la governatrice per l’impegno da sempre mostrato a favore del sociale la ha invitata a prendere la parola.
La buona politica – per la Marini è stata l’occasione per fare un bilancio di questi ultimi 5 anni di legislatura. Un discorso appassionato, durato poco più di una decina di minuti dove, senza mai nominare i diretti avversari del centrodestra e del M5s, si è tolta qualche sassolino dalla scarpa. “Sto provando a fare questa campagna elettorale solo sui contenuti del nostro programma, evitando sterili polemiche come peraltro è nel mio e nostro stile. La Regione è stata sempre amica dei comuni, lo voglio dire anche qui da Spoleto, ai compagni del piddì locale – ha esordito -; lo abbiamo dimostrato in tante vicende e vertenze, sostenendo il mantenimento dei servizi, attivando nuovi investimenti, accompagnando lo sviluppo economico, rimanendo vicini a chi perdeva il lavoro. E questo senza mai guardare al colore della giunta comunale, ma solo nell’interesse della comunità, dei cittadini. Lo possono confermare gli spoletini come i perugini (città a guida centrodestra,n.d.r.). A Spoleto abbiamo avviato il programma di recupero dell’ex caserma Minervio, strategica per il futuro del centro storico, siamo intervenuti nella difficile vertenza della Ims, abbiamo promosso la città e la stessa Umbria con la fiction (Don Matteo, n.d.r.)”. “Al centro del programma ci sono le strategie per accelerare, rafforzare e sostenere il sistema produttivo ed economico. Durante la crisi abbiamo perso ben 12 punti di Pil, in una regione di 900mila abitanti, non si poteva pensare di uscirne indenni. Nonostante questo abbiamo combattuto su ogni fronte con il massimo impegno e sempre nel pieno rispetto della legge”. E qui la stoccata sembra partire verso i grillini che da giorni chiedono che tutti i candidati alle regionali mostrino i propri casellari giudiziali: “abbiamo dimostrato responsabilità nel gestire la spesa pubblica riuscendo a ‘bloccare’ IRPef e IRAP, non abbiamo mai fatto vergognare gli umbri per come abbiamo gestito le risorse pubbliche. Non abbiamo mai violato norme, né pressoché unici in Italia siamo finiti negli scandali che hanno contraddistinto i costi della politica e del funzionamento dell’ente…”. Su questo la Marini può vantare di essere stata tra le prime regioni ad aver abrogato il vitalizio ai consiglieri (a partire proprio da questa legislatura 2015-’20) e ad aver diminuito il consesso da 30 a 20 eletti. “Sul fronte delle risorse comunitarie – ha concluso – siamo riusciti ad impegnare tutto il budget. Avremo da gestire una dotazione finanziaria di 1,5 miliardi tra programmazione comunitaria e fondi del Piano di sviluppo rurale, sapremo gestirle con lo stesso rigore con cui abbiamo amministrato questi primi cinque anni”.
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