Si attendono le controanalisi sui campioni prelevati giovedì nel corso dell’esame autoptico disposto dal pm Paolo Abbritti per confermare che Maria Elia era affetta dall’influenza H3N2, una variante di quella conosciuta come influenza suina. Virus che era stato già isolato sulla 17enne morta domenica pomeriggio all’ospedale di Perugia, dove era arrivata nella notte tra venerdì e sabato, portata alla madre, quando ha visto che quella strana influenza si stava complicando.
Di influenza suina si era parlato subito dopo il decesso della giovane. L’autopsia è tesa ad accertare proprio la causa della polmonite bilaterale che è risultata fatale alla 17enne studentessa dell’Ipsia Pascal.
Maria Elia aveva iniziato ad accusare i sintomi dell’influenza il lunedì. Sintomi inizialmente lievi, per i quali era stato contattato il medico di famiglia. Poi le è comparso un eritema a un braccio, e soprattutto la tosse è aumentata in modo preoccupante. Sino alla crisi nella notte tra venerdì e sabato, quando la madre ha deciso di portarla al pronto soccorso. Lì i sanitari, constatata la gravità del quadro clinico, l’hanno subito intubata. Ma Maria non ha reagito alla terapia farmacologica cui è stata sottoposta in terapia intensiva. Il suo cuore ha smesso di battere domenica pomeriggio.
Nel triage, al momento del ricovero, era stata esclusa la positività al Covid. Poi gli ulteriori accertamenti su quella strada influenza, resistente ai trattamenti in terapia intensiva.
Una tragedia che ha sconvolto i genitori e i familiari, i compagni di classe della IIIA Moda dell’Ipsia, la comunità di Balanzano – dove viveva – e di Ponte San Giovanni. Dove oggi (sabato) alle 15.30 saranno celebrati i funerali nella chiesa parrocchiale. Venerdì in tanti hanno voluto rendere omaggio alla sfortunata ragazza alla camera ardente. La tumulazione avverrà nel cimitero di Ponte Valleceppi.
L’autopsia è stata disposta a seguito dell’apertura di un fascicolo per omicidio colposo a carico di igniti, dopo l’esposto presentato dal padre della ragazza. I famigliari vogliono capire cosa ha ucciso la loro figlia e se la tragedia poteva essere evitata.
L’autopsia – in attesa degli accertamenti sui campioni prelevati, per i quali serviranno giorni – ha confermato la polmonite bilaterale e un’infezione batterica da stafilicocco.
L’ultima pandemia da influenza suina del ceppo H1N1 si è verificata tra il 2009 e il 2010. Il contagio avrebbe avuto origine in Messico, per estendersi in molti Paesi in tutto il mondo. Con casi di trasmissione all’uomo e anche di contagio tra esseri umani, pur molto rari. Un’influenza per la quale l’allarme era stato dichiarato cessato, dunque, più di dieci anni fa.
Il ceppo che sarebbe stato isolato su Maria è del tipo H3N2, una variante della principale influenza suina (H1N1), frutto di una salto di specie che già si era verificato in passato, anche se in casi molto rari.
Nel monitoraggio dello scorso gennaio sulle malattie infettive di origine animale presenti in Italia, diffuso dalle autorità sanitarie, l’influenza suina (così chiamata perché colpisce principalmente i suini appunto) non compare. Per chiarezza, l’influenza suina H1N1 non ha alcuna correlazione con la peste suina africana, che colpisce suini e cinghiali ma che non si trasmette all’uomo, con alcuni casi che sono stati rinvenuti in ungulati trovati morti in Piemonte e Liguria.