La Regione Umbria è alla ricerca di imprenditori locali che possano mantenere i marchi della Nestlè, “Rossana” e “Ore Liete”. A dirlo è stato l’assessore regionale, Paparelli, durante l’interrogazione del consigliere Giacomo Leonelli (Pd) nel corso della seduta odierna del Consiglio Regionale. Se, dunque, la multinazionale preferisce smantellare, da Palazzo Donini si apre una finestra per chiedere alle aziende locali chi abbia il know-how necessario per non disperdere “una fabbrica che è una grande risorsa”.
Questa dunque l’azione messa in campo per scongiurare lo smantellamento della produzione dei due marchi nello stabilimento di Perugia. Non solo un elemento “identitario o affettivo”, ha detto Giacomo Leonelli, ma anche apprensione per i 50 lavoratori che lavorano sulle due linee del prodotto. Al momento esiste solo il Piano Industriale messo in luce dalla Nestlè, che però al suo interno non riporta i numeri. La Regione, dal suo canto, “ha chiesto la disponibilità a cedere il ramo d’azienda affinché possa continuare in Umbria la produzione di questi marchi, assicurando l’impegno ad accompagnare tali processi. Non c’è solo l’interesse a far continuare la produzione di marchi fortemente legati al territorio, ma anche a puntare su Perugia come ‘capitale del cioccolato’, quindi anche un processo di sviluppo turistico che avrà bisogno della collaborazione di tutti gli enti locali. Serve anche che lo stesso governo nazionale, trattandosi di rapporti con una multinazionale, continui a monitorare la situazione. Quando conosceremo con esattezza le cifre relative agli investimenti che l’azienda intende fare, potremo avere una valutazione più puntuale e ragionare su una cessione non sic et simpliciter, ma che possa garantire la produzione in Umbria”.
Leonelli promette inoltre ancora battaglia: in quest’ottica si colloca la sua mozione, che verrà discussa prossimamente, “nella consapevolezza che i perugini e gli umbri non vogliono che Perugina sia lentamente accompagnata su un binario morto, ma pensano che debba rimanere strategica, così come è sempre stata, nel tessuto sociale e produttivo del capoluogo di regione“.
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