Foligno

Ludopatia, oltre 50mila euro alla zona sociale 8 per azioni di contrasto

La ludopatia è aumentata nel periodo della quarantena. Così il Comune corre ai ripari e, attraverso l’assessorato alle politiche sociali, ha attivato una sinergia con la Regione, tramite l’Asl e l’ANCI. Da un confronto tra i vari soggetti istituzionali è emerso l’incremento del fenomeno durante la quarantena – a causa dell’isolamento forzato delle persone e dell’aggravarsi della situazione economico-sociale – ad una platea di persone che si concentra in maniera specifica, nella maggior parte dei casi, nella fascia ultrasessantacinquenne della popolazione.

Ludopatia: sostegno alle famiglie

Il Comune porrà in essere una attività di sostegno alle famiglie colpite a più livelli tramite: iniziative di prevenzione, di cura e di riabilitazione rispetto a tale disturbo. Un intervento immediato è già attivo a livello di ascolto attraverso il numero verde regionale Asl 800410902, che, oltre per la funzione di cura, rappresenta un punto di riferimento per azioni integrate con i Comuni, le istituzioni locali, il terzo settore e il volontariato. Il Comune si è inserito nel piano che la Regione ha predisposto su prevenzione, cura e riabilitazione del disturbo da gioco d’azzardo per un progetto che avrà durata 2019-2021 in continuità con il piano precedente.

Azioni di contrasto al fenomeno

Lo stesso piano ha avuto il parere positivo da parte dell’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave. La quota regionale assegnata alla Zona sociale n.8 di 54.050 euro all’anno è finalizzata alle azioni del progetto che si chiamerà “non GIOCO” rivolte complessivamente a prevenire la diffusione del disturbo con un approccio di comunità, ad aumentare nella popolazione la consapevolezza dei rischi associati al gioco d’azzardo, con particolare attenzione ai gruppi più vulnerabili (area prevenzione e inclusione) e a promuovere in collaborazione con la USL UMBRIA 2 per il reinserimento delle persone a livello sociale, relazionale e lavorativo. Il Comune lavorerà, tramite l’assessorato alle politiche sociali, sulla prevenzione non solo del soggetto affetto da tale patologia, ma anche ponendo la propria attenzione al nucleo familiare nella sua interezza.