Con un tempismo curioso e divertente alle 18,50 di ieri, 15 giugno, una nota stampa della Fondazione Carla Fendi chiarisce la genesi e la ideazione dell’installazione che copre l’intera facciata del Teatro Caio Melisso e che era stata ribattezzata, con un pizzico di civetteria vernacolare, “Lu Manone”.
La gigantografia non è altro che la rappresentazione su scala maggiorata di un opera dal titolo FRAMMENTO FATICA N.26 dell’artista DANIELE PUPPI. Uno degli interventi previsti nel programma ideato dalla Fondazione Fendi per Spoleto65.
Esclusa dunque la paternità dell’ideona (nel senso della dimensione) attribuita alla Direttrice Artistica del Festival dei Due Mondi, Monique Veaute, che si è limitata invece ad inserire nella programmazione del Festival il consueto intervento della Fondazione Fendi che si avvale da anni di una sua organizzazione specifica.
Vale ricordare ai lettori come questa dicotomia operativa festivaliera nasce in forza di un accordo di gestione del Caio Melisso, messo nero su bianco ai tempi del sindaco Daniele Benedetti, che trasformava il caratteristico teatro spoletino in Teatro Caio Melisso “Spazio Carla Fendi”, con conseguente diritto di utilizzo dello spazio teatrale per le iniziative della Fondazione. Il tutto, a fronte di un cospicuo contributo per il recupero operativo di molti degli elementi deteriorati del teatro: il sipario, i palchi, il foyer etc.
Come inutili articolisti però, rimaniamo del parere che il tutto sarebbe stato molto più interessante se fosse arrivato davvero da una azione “situazionista” decisa da Monique Veaute. Poteva essere uno degli argomenti più quotati nel chiacchiericcio cittadino. E per questo difendiamo in tutto e per tutto, petto in fuori e lancia in resta, il nostro inutile articolo di ieri. Per noi, amanti della città e del Festival, a cui tocca spesso in sorte di rimanere ad osservare le azioni degli altri, l’opera di Daniele Puppi rimarrà per sempre “Lu Manone”. Magra consolazione identitaria che serve a ricordare che siamo comunque a Spoleto e non a Londra o New York, dove un passante distratto la gigantografia non l’avrebbe forse nemmeno notata. A Spoleto invece, potere della location, una manona gigante fa parlare di sé per ben due giorn!!!
La questione Manone arriva, dopo i capitoli 1 e 2, a quello finale, che definiremo “la vendetta”. Con un gesto signorile, che in qualche modo qualifica anche il modo di lavorare di certi uffici stampa, Maria Teresa Venturini Fendi integra il suo comunicato, come già pubblicato in forma integrale in mattinata, con uno specifico passaggio che vuole uscire dall’aspetto satirico del nostro primo “inutile” articolo, concentrandosi sul significato oggettivo dell’installazione del Caio Melisso. Una richiesta nel merito che ha una sua ragion d’essere e viene offerta nel rispetto del povero inutile articolista che non parlava ovviamente “con lingua biforcuta”.
“Nell intervento del FRAMMENTO FATICA N. 26” ad effetto tridimensionale di Daniele Puppi, che attraverso la raffigurazione di una gigantesca mano dell’artista sostiene la facciata del Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi, personalmente leggo un voler “catturare” e preservare i Beni d’arte antica, fonti di nascita per quelli del futuro, a voler ribadire che non c’è cultura senza passato”.
Maria Teresa Venturini Fendi
A seguire invece, la richiesta di rettifica formale dell’Ufficio Stampa del Festival dei Due Mondi, che ha tutt’altro tono. Oltre il solito aspetto formale della intimazione, che in ogni caso lascia sempre il dubbio che ci sia un certo risentimento di fondo o una forzata interpretazione in negativo per un articolo che aveva il crisma della “inutilità” satirica, come più volte segnalato, e senza che questo contenesse alcunchè di censurabile, colpisce la puntuale spiegazione della separazione tra operato del Festival e quello invece della Fondazione Carla Fendi: questa si una notizia inoppugnabile, ribadita in un doppio passaggio, e tutta da capire.
L’inutile articolista, ormai vecchio e decrepito ahinoi, ha memoria di quando il programma della Fondazione Fendi era invece anticipato con dovizia di particolari nella conferenza stampa di presentazione della manifestazione (quindi con anticipo insospettabile), fatto questo che evitava qualsiasi fraintendimento su chi fa cosa, dove e come.
E se non bastasse già tutto ciò per riflettere, nella rettifica si indulge sulla “dimensione” dell’opera che avrebbe avuto un illustre precedente lo scorso anno (Sol Lewitt). A parte la differenza tra Sol Lewitt e Daniele Puppi (de gustibus…), e la evidente differenza di stile tra estensori della reprimenda, una siffatta rettifica sembra voler sorpassare a destra per tono spiritoso e spirituale anche lo stesso articolo primigenio di Tuttoggi. E siccome non siamo gelosi ne ci risentiamo della spiritosità degli altri, prontamente pubblichiamo la rettifica paludata aggiungendo solo che era lungi da noi l’indulgere sulle dimensioni dell’opera (chi ce l’ha più grande, buon pro gli faccia), quanto piuttosto capire il tipo di comunicazione ricercata dall’autore. Per capirci, non abbiamo mai avuto dubbi sul fatto che il ciuffo di Little Tony NON era un simbolo fallico.
Con riferimento all’articolo da voi pubblicato con il titolo Festival, “Lu manone” di Monique consegna il pacco! | Ci sarà la sorpresa? a firma di Carlo Vantaggioli.
La Fondazione Festival dei Due Mondi di Spoleto segnala che l’istallazione apparsa sulla facciata del Teatro Caio Melisso in Piazza Duomo è da questo giornale erroneamente attribuita alla direzione artistica del Festival. L’intervento è realizzato dalla Fondazione Carla Fendi nell’ambito delle attività che essa autonomamente realizza a Spoleto. Già lo scorso anno la Fondazione Fendi era stata promotrice di un intervento di pari dimensioni, a carattere di istallazione artistica, durante il periodo del Festival dei Due Mondi.
Si ribadisce, qualora necessario, che la Fondazione Carla Fendi agisce in totale autonomia artistica e organizzativa, pertanto nelle scelte e nelle iniziative realizzate non interviene la direzione artistica del Festival dei Due Mondi.
Segnalando l’oggettiva difformità dell’informazione diffusa dall’emittente rispetto al vero si prega di voler pubblicare prontamente opportuna rettifica.
Con i più cordiali saluti,
Ufficio stampa Fondazione Festival dei Due Mondi
Marco Ferullo, responsabile
La Fondazione Carla Fendi, rinnovando il suo impegno per Spoleto 65 Festival dei 2Mondi presenta ARTIFICIAL ARTECHNOLOGY, un progetto che esplora un binomio già nell’interesse della Fondazione da alcune stagioni.
ARTE ‘on the wall’. Sulla facciata del Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi l’ingrandimento di FRAMMENTO FATICA N.26 dell’artista DANIELE PUPPI. Un lavoro fotografico tridimensionale realizzato in 4 esemplari nel 2004 per la Lisson Gallery di Londra e ora in Collezioni Private.
SCIENZA- nell’ ex Battistero della Manna D’oro che ospiterà REALITY? installazione in realtà aumentata di GABRIELE GIANNI. Un’esperienza visiva e sonora che vuol far vacillare la percezione della realtà oggettiva in un luogo un tempo sacro, attraverso un misticismo “aumentato” dalla tecnologia.
PREMIO CARLA FENDI STEM [science, technology, engineering, mathematics]
Nella giornata conclusiva del Festival il riconoscimento è conferito all’astrofisica MARICA BRANCHESI per il contributo dato alla rilevazione delle onde gravitazionali. La cerimonia avrà luogo sul palcoscenico del Concerto finale alla presenza del Maestro Antonio Pappano, del sindaco Andrea Sisti Presidente della Fondazione Festival, della direttrice artistica Monique Veaute e di Maria Teresa Fendi Presidente della Fondazione Carla Fendi.
La Fondazione Carla Fendi ospiterà a Palazzo Racani Arroni gli INCONTRI CON GLI ARTISTI che il Festival organizza durante i fine settimana dalle ore 11 alle 12.
DANIELE PUPPI
Fin dal suo esordio nel 1996 con Fatica n.1, installazione video-sonora site specific, lavora a scardinare quell’ idea di spazio, che ancora si percepisce e ruota all’interno delle coordinate euclidee. Puppi concepisce il lavoro come un vero e proprio work in progress, che nasce dopo un periodo di gestazione trascorso all’interno degli spazi, durante il quale l’artista sperimenta l’ambiente e stabilisce con esso una relazione quasi carnale valutandone limiti e potenzialità. Privilegiando la video installazione ha manifestato una nuova attitudine al mezzo enfatizzando e rovesciando radicalmente l’utilizzo del suono e della riconfigurazione visivo-architettonica che sempre diventa altro da sé.
Le tecnologie utilizzate – videoproiettori, led-screen, sincronizzatori, amplificatori, sub woofers, speakers, microfoni – sono funzionali all’attivazione e all’amplificazione multisensoriale delle facoltà percettive, visive e uditive dello spettatore, come parte integrante dell’opera stessa. Lo spettatore/visitatore è chiamato a entrare in una nuova e straniante dimensione spazio-sensoriale.
Tra le principali mostre personali: VENTIVENTUNO (Magazzino Gallery, Roma, 2021) ALIE(N)ATION (Minnesota Street Project. San Francisco, 2018) RESPIRA (Galleria Borghese, Roma 2017); GOTHAM PRIZE (Istituto italiano di cultura, New York 2015); 432 HERTZ, (Australian Experimental Art Foundation, Adelaide 2013); HAPPY MOMS (MAXXI, Roma 2013); FATICA n.23 (Galleria Nazionale, Roma 2010); FATICA n.16 (HangarBicocca, Milano 2008); FATICA n. 27 (Melbourne International Arts Festival. Melbourne 2005)Tra le principali mostre collettive a cui ha partecipato: THE CIRCUS WE ARE (La Delta – Namur, Belgio, 2022); VIDEOARTE IN ITALIA, IL VIDEO RENDE FELICE (Palazzo delle esposizioni – Roma, 2022); 18° FESTIVAL INTERNACIONAL DE LA IMAGEN (Manizales, CO, 2019); ID. ART:TECH EXHIBITION (Ca’ Foscari Zattere Cultural Flow Zone. Venezia, VE, 2019);THE RAFT – Art Is (Not) Lonely (Mu.ZEE – Oostende, 2017); CYFEST 12 (International Media Art Festival – Media Center – New York, NY 2018); 17 NEW ARTISTS INTEGRATION (Jan Fabre Troubleyn/ Laboratorium, Antwerp, 2015); EL TOPO (Nuit Blanche, Paris, 2013); DIGITALIFE – HUMAN CONNECTIONS (Ex-Gil/ Macro Museum, Rome, 2012); SPHERES 4 (Galeria Continua/ La Moulin, France, 2011/12); TAKING TIME (M.A.R.C.O. Museum, Vigo, Spain, 2007); TUPPER UND VIDEO (Marta Herford Museum, Germany, 2006).
GABRIELE GIANNI
REALITY? è un’installazione in realtà aumentata che vuole indagare lo spazio illusorio nella coscienza, tra l’io soggettivo e le infinite possibilità dentro di noi. Un’esperienza percettiva dove le strutture biologiche che compongono il cervello, appaiono tessere architetture che sostengono la realtà percepita. Nel BATTISTERO DELLA MANNA D’ORO dopo aver indossato dei visori per la realtà aumentata, il visitatore camminerà nella chiesa tra marmi e stucchi entrando in contatto con strutture tridimensionali sospese. Scansioni reali di neuroni umani che toccando libereranno messaggi sonori, ricordi, voci, pensieri. Le pareti popolate di cellule cerebrali, neuroni milioni di volte più grandi creano una dimensione altra, divenendo specchio magnificato della mente. Quando il visitatore si sentirà pronto a terminare la sua esperienza “aumentata”, in un gesto simbolico porrà le sue mani sulla fonte battesimale al centro della chiesa ottagonale e intorno a lui la realtà della Manna D’Oro muterà, inghiottita da un buio virtuale.
Reality? è il tentativo di usare la tecnologia come strumento di domande profonde, vissute esperienzialmente attraverso un metaverso che invade quel che un tempo è stato un luogo sacro. La domanda che cos’è la realtà rimane inspiegabile, ma il dubbio che permane nel momento in cui i nostri sensi sono prima espansi dalla tecnologia e poi privati di essa è fonte comune di stordimento.
Regista, sceneggiatore Gabriele Gianni usa intervenire sul suo lavoro attraverso animazioni digitali da lui composte. Nel 2009 realizza il cortometraggio di animazione Dyslexia presentato al 27° Festival del cinema di Torino e al 50° Festival Internazionale di Animazione di Annecy. Con il suo personale linguaggio visivo, dal 2018 al 2021 collabora con la Fondazione Carla Fendi, realizzando per la stessa film documentari sul binomio Arte e Scienza: A SENSE OF WONDER su Stephen Hawking, ECCE ROBOT sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale e della robotica, NOTES ON STONE sulla scultrice austriaca Anna Mahler e ABOUT SOL sull’artista americano Sol LeWitt, tutti presentati durante i Festival di Spoleto.
PREMIO CARLA FENDI STEM [science,technology,engineering,mathematics]
Nella giornata conclusiva del Festival il riconoscimento è conferito all’astrofisica MARICA BRANCHESI per il contributo dato alla rilevazione delle onde gravitazionali.
La cerimonia avrà luogo sul palcoscenico del Concerto finale alla presenza del Maestro Antonio Pappano, del sindaco Andrea Sisti Presidente della Fondazione Festival, della direttrice artistica Monique Veaute e di Maria Teresa Fendi Presidente della Fondazione Carla Fendi.