La notizia è rimbalzata sui principali siti di informazione nazionali: gli ospedali di Gubbio e Perugia sono tra i primi dieci d'Italia. La classifica è stata stilata in base ad una quarantina di indicatori, basata sulle schede di dimissione, dal tasso di mortalità per infarto, al tasso di cesarei e di interventi in laparoscopia su 1440 strutture. Al centro, dunque, come il paziente “viene trattato”. La ricerca è firmata da Agenas, l'agenzia nazionale per i servizi sanitari delle Regioni, e si riferisce agli “esiti” dell'attività sanitaria del 2012. Medaglia d'oro è spettata alla Toscana, mentre la maglia nera è andata alla Campania. Immediato il commento di Lamberto Bottini, segretario regionale del Pd dell'Umbria, il quale ha dichiarato: “I dati diffusi dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari delle Regioni (Agenas), che nella classifica dei migliori ospedali italiani inserisce ben due presidi ospedalieri umbri tra le prime dieci posizioni, certifica, ancora una volta, la buona qualità del servizio sanitario regionale. Un servizio che si conferma, dunque, inclusivo, accessibile ed efficace, universalmente garantito e che funziona anche grazie all’impegno di amministratori, professionisti e operatori che, in stretta collaborazione, hanno sempre operato in un’ottica di qualificazione dell’assistenza, di razionalizzazione della spesa, di miglioramento dell’organizzazione ospedaliera e territoriale in tutto l’ambito regionale. Questo senza mai mettere in difficoltà economie e bilanci”.
Il messaggio di Gubbio Partecipa – Non si è fatto attendere il commento di Gubbio Partecipa su Facebook, il quale, con uno status firmato Carlo Pierotti, ha così commentato: “Repubblica di oggi, 3 Ottobre 2013 pubblica la classifica dei migliori ospedali italiani utilizzando 15 indicatori d'esito ( quelli , per capirci, che dicono come va a finire per il malato). L'ospedale di Gubbio è finito al nono posto nazionale (avete capito bene: siamo tra i primi dieci!!). Sto aspettando con ansia quale dirigente e/o politico si approprierà di tale risultato sbandierandolo come suo.
Nel frattempo vorrei ricordare che l'ospedale di Umbertide, che sarebbe dovuto essere chiuso tempo fa, ospiterà il centro clinico dell' erigenda struttura regionale per i disturbi alimentari e che esso non è un mero reparto dell'ospedale di Castello (come ridicole interpretazioni partigiane vorrebbero accreditare) e che viene omaggiato e riconosciuto da tutti i poteri politico-sanitari dell'Umbria.
Vorrei inoltre sommessamente ricordare ai politici regionali prossimi ad operare gli inevitabili tagli sulla sanità umbra, di lavorare veramente su ciò che è spreco, doppione o servizio inverosimile, fatto solo per soddisfare questa o quella lobby, questa o quella inutile dirigenza. In Umbria c'è anche gente che lavora bene, ma c'è anche gente che è costretta ad inventarsi ammennicoli burocratici per giustificare la propria esistenza”.
Alessia Chiriatti
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