Per Maria Rita Lorenzetti quello odierno è stato il giorno della difesa, dopo le accuse che da una settimana la vedono agli arresti domiciliari a Foligno nell’ambito dell’inchiesta della procura di Firenze sui lavori della Tav Toscana seguiti da Italferr di cui l’ex governatrice dell’Umbria era presidente. Quasi cinque ore di colloquio davanti al gip nel corso delle quali la Lorenzetti ha risposto alle domande e contestato “radicalmente” l’impianto accusatorio. Al suo fianco c’erano gli avvocati Luciano Ghirga e Tomaso Ducci che hanno presentato istanza di scarcerazione sulla quale il giudice per le indagini preliminari – così fanno sapere i legali – si pronuncerà domani. L’ex presidente in particolare ha rigettato l’accusa di essere alla testa di una ‘squadra’ che operava in maniera illecita. La Lorenzetti ha invece spiegato che il lavoro veniva espletato “nel solo interesse dell’Italferr. “In particolare – ha spiegato Ghirga all’Ansa – per disincagliare un progetto e trovare una non facile soluzione a problemi di assoluta rilevanza tecnico-scientifica e contrattuale. Come quelli relativi alle terre e rocce da scavo, all'autorizzazione paesaggistica e alle riserve, operando non certo in senso associativo, come ipotizzato dai pm”. All’interrogatorio di garanzia erano presenti anche i pm che conducono l’inchiesta affidati ai Ros di Firenze.
L’aiutino per il 30 – nel giorno dell’interrogatorio però l’attenzione dei media si è spostata su un’altra notizia che riguarda la Lorenzetti e un suo presunto aiuto in favore di uno studente della Facoltà di Odontoiatria di Perugia. Il fatto, che per gli stessi Ros merita di essere approfondito per “i dovuti riscontri”, fa parte delle carte che costituiscono i faldoni dell’inchiesta Tav. Stando alle intercettazioni, siamo nel mese di settembre 2012, l’ex presidente si sarebbe adoperata per accontentare un suo ‘carissimo’ amico il cui figliolo deve sostenere l’ultimo esame prima della discussione della tesi di laurea. L’ex amministratrice chiama così una ordinaria di Perugia ex assessore regionale chiedendole di interessarsi al ‘caso’. Quest’ultima investe della ‘pratica’ il rettore di Perugia e conferma che il giovane può “stare tranquillo”. Sarà lo stesso genitore ad informare la Lorenzetti che il figlio ha preso “30”. Poco dopo l’ex presidente invia un sms alla docente per ringraziarla: “Tutto a posto. 30. Grazie e ringrazia il capo”.