Lo stop alle battute al cinghiale per Coronavirus chiesto da Legambiente fa litigare i cacciatori

Lo stop alle battute al cinghiale per Coronavirus chiesto da Legambiente fa litigare i cacciatori VIDEO

Massimo Sbardella

Lo stop alle battute al cinghiale per Coronavirus chiesto da Legambiente fa litigare i cacciatori VIDEO

Duro botta e risposta tra i presidenti nazionali di Libera Caccia Sparvoli e di Federcaccia Buconi
Ven, 15/05/2020 - 10:02

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Lo stop alle battute al cinghiale e alla caccia “collettiva” a causa dei rischi del Coronavirus chiesto da Legambiente con lettere indirizzate a vari presidenti di Regione finisce per far litigare i cacciatori. Il dialogo aperto anni fa da alcune associazioni venatorie con Legambiente, poi “tradito” da questa mossa degli ambientalisti, riapre lo scontro tra l’Associazione Nazionale Libera Caccia e la Federcaccia.

All’indomani della lettera con cui Legambiente chiedeva lo stop alla caccia “collettiva” nella prossima stagione per tutelare i cacciatori (molti dei quali anziani) dal Coronavirus, Federcaccia aveva bollato come pretestuose tali argomentazioni. Lamentando poi il fatto che fossero state mossa da un’associazione con cui da tempo si era cercato di costruire “un dialogo basato sul reciproco rispetto”.

L’attacco di Sparvoli (Anlc)

L’Amico Buconi non può meravigliarsi” titolava la nota della Libera Caccia firmata dal presidente Paolo Sparvoli. Che dopo aver stigmatizzato la “pretestuosa e strumentale iniziativa di Legambiente a proposito della braccata al cinghiale“, aggiungeva: “Siccome, però, né io né la mia associazione siamo di memoria corta, il ‘duro intervento’ del presidente della FIdC mi ha subito fatto tornare in mente il grande clamore mediatico e propagandistico con cui, nel 2014, Nino Morabito di Legambiente, Gian Luca Dall’Olio di Federcaccia, Osvaldo Veneziano di Arci Caccia e Marco Castellani di ANUU-Migratoristi resero pubblico un comune accordo programmatico spacciandolo spudoratamente per l’inizio di una nuova era di rapporti costruttivi fra ambientalisti e cacciatori“.

E Sparvoli cita un passaggio di quell’accordo: “È una riforma struttura, una svolta storica in cui strumenti, mission e l’interpretazione delle politiche di cooperazione per il contrasto delle illegalità a danno della natura e degli animali selvatici, subiscono un radicale cambiamento d’approccio…un preciso impegno operativo verso un orizzonte ampio che chiama ad una partecipazione attiva e alla corresponsabilizzazione soggetti storicamente su posizioni diverse nelle proprie posizioni. Per questo si può lavorare con Legambiente e contemporaneamente difendere, ragionando con i dati e non con l’ideologia, le date di chiusura e di apertura alle diverse specie. Gestire il territorio e insieme chiedere calendari redatti nel rispetto delle normative italiane e internazionali che non cedano un giorno fra quelli consentiti…“.

Ovviamente – ricorda Sparvoli – noi della Libera Caccia denunciammo immediatamente e con grande vigore l’assurdità di un simile accordo, tanto che decidemmo di uscire subito da Face Italia che aveva benedetto l’iniziativa suicida e venimmo subito accusati di essere i soliti disfattisti, estremisti e guerriglieri nostalgici del passato mentre la caccia doveva cambiare e avere necessariamente nuovi alleati e nuovi orizzonti“.

Certo – prosegue Sparvoli – l’Amico Buconi non sottoscrisse materialmente il protocollo d’intesa con Legambiente, perché non era il presidente di Federcaccia, ma siccome aveva il ruolo non certo marginale di vicepresidente, oggi non può far finta di cadere dalle nuvole non ricordando quanto accadde sei anni fa. E non può certo meravigliarsi e indignarsi più di tanto per il fatto che Legambiente continui a fare il suo incessante lavoro animalista e anticaccia! Dato che il tempo è galantuomo, oggi abbiamo la riprova (e non è nemmeno la prima volta, purtroppo!) di quanto sia stata strumentale e assolutamente fallimentare la politica venatoria di Federcaccia, Arcicaccia e Anuu che non vollero ascoltare le nostre critiche e andarono altezzosamente per la loro strada. E speriamo che si sia trattato solo di miopia di politica venatoria…“.

Conclude il suo intervento Sparvoli: “Resta il fatto che oggi qualcuno, invece di stupirsi e di far finta di indignarsi, dovrebbe sentire il dovere di fare un briciolo di autocritica e di scusarsi con la Libera Caccia e con tutti i cacciatori italiani per quello scellerato salto nel vuoto. È chiaro, adesso, amico Buconi, chi erano i vostri ‘preziosi’ alleati? Ecco, questi sono i nuovi orizzonti che pensano di aprire alla caccia italiana! Avevamo ragione noi a giudicarla una follia!“.

Il video di Buconi (Fidc)

Alla nota di Sparvoli il presidente nazionale di Federcaccia, Massimo Buconi, risponde con un video. In cui, con ironia, evidenzia come con la riapertura delle sedi dopo l’emergenza Coronavirus, e con l’approssimarsi della campagna di tesseramento, la Libera Caccia muova ancora polemiche “pretestuose e false” rispetto ad alcune “presunte contraddizioni” da parte di Federcaccia.

Buconi rivendica la critica “forte e decisa” di Federcaccia alla lettera inviata da Legambiente alle Regioni. rispetto ai presunti rischi legati alla caccia in braccata. Ed a proposito della nota di Sparvoli rivendica il dialogo a suo tempo aperto con Legambiente, “un’intelligente intesa sottoscritta anni orsono per parlare di gestione faunistica a tutto tondo per parlare non solo tra di noi, ma anche con la parte più evoluta del mondo ambientalista, con le Istituzioni e con la società“.

Federcaccia non si deve giustificare” tuona Buconi, perché “sono 120 anni che difende la caccia”. Ed invita la Libera Caccia a cambiare ed a “mettersi in linea con le sensibilità della società attuale“. E rilancia: fa più danno alla caccia chi prova a discutere anche con le associazioni ambientaliste e chi mantiene “posizioni estreme non giustificate“?

Buconi rivendica anche il lavoro tecnico svolto dagli esperti di Federcaccia per mettere a disposizione delle Istituzioni studi che dimostrino la sostenibilità e l’utilità della caccia anche dal punto di vista ambientale.

Noi discutiamo con tutti – conclude Buconi – e sappiamo distinguere chi è amico e chi è nemico. Stiano tranquilli gli amici cacciatori: Federcaccia difende la caccia!“.

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