Lite con i pisani, un anno e mezzo senza partite per un tifoso del Perugia. Il Daspo nei confronti del 33enne è stato emesso dalla polizia a seguito di un episodio avvenuto lo scorso 1° ottobre, prima della partita Perugia – Pisa.
Il ragazzo, mentre si recava allo Stadio “Renato Curi” di Perugia, giunto nei pressi della Rotonda “Genocidio degli Armeni”, aveva avuto un litigio con alcuni tifosi ospiti che – in pieno traffico – si erano rifiutati di far passare la sua auto. Si era generata una discussione che aveva portato il giovane a scendere dall’auto. Nel frattempo, dopo aver notato la presenza degli operatori delle forze dell’ordine, era risalito sul veicolo facendo perdere le sue tracce. Agli operatori della polizia locale non erano però sfuggiti alcuni segni distintivi inequivocabili circa l’appartenenza dei veicoli ad alcuni membri delle due squadre contendenti.
“Grazie al lavoro congiunto degli agenti della polizia scientifica, della digos e della polizia Locale e al prezioso ausilio delle immagini riprese dal sistema di videosorveglianza – si legge in una nota della Questura – è stato poi possibile identificare i protagonisti della vicenda”.
Il Daspo vieterà al 33enne l’accesso – su tutto il territorio nazionale – ai luoghi in cui si svolgono le manifestazioni sportive di calcio, di Coppa Italia, di coppe internazionali, di campionato e le amichevoli delle squadre di calcio militanti in campionati nazionali professionistici e dilettantistici iscritte alla F.I.G.C. per la durata di 1 anno e sei mesi.
All’uomo, inoltre, sarà interdetto – a partire da due ore prima e sino a due ore dopo la conclusione della manifestazione sportiva – l’accesso e lo stazionamento in un’area ricompresa in 400 metri di distanza dai luoghi antistanti lo stadio, le stazioni ferroviarie interessate dall’arrivo o dalla partenza dei tifosi, i parcheggi pubblici serventi gli impianti sportivi, i luoghi di allenamento e i ritiri delle squadre di calcio.
L’eventuale violazione del divieto potrà essere punita con la pena di reclusione da uno a tre anni e con la multa da 10mila a 40mila euro.