Libri universitari clonati, tre denunciati e multa da 2,3 milioni di euro. Operazione del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Perugia, che ha portato alla denuncia di due titolari di copisterie operanti nella zona universitaria del capoluogo, più un’altra persona, ritenute responsabili di riprodurre e commercializzare illecitamente testi universitari protetti dal diritto d’autore. L’operazione ha portato al sequestro di oltre 11 mila testi in formato digitale oltre che ad un locale commerciale, vario materiale informatico, supporti di memoria, personal computer, telefoni cellulari e fotocopiatrici.
L’hard-disk nascosto
Per evitare di essere scoperto, il titolare di una delle copisterie perquisite aveva memorizzato i files ottenuti dalla scansione dei testi universitari su un hard-disk ben occultato in un’intercapedine all’interno della copisteria, collegato in rete al personal computer presente nell’esercizio commerciale, pronto per la stampa e la vendita delle opere librarie ai richiedenti. Il supporto di memoria risultava protetto da una complessa chiave di cifratura ed il suo contenuto poteva essere consultato solo attraverso l’inserimento di una pen‑drive contenente un codice di decriptazione.
Algoritmo per cifrare i testi universitari
Le attività investigative, sostanziatesi anche nell’analisi tecnica del materiale informatico e dei telefoni cellulari sequestrati, hanno consentito ai militari di ricostruire il complesso algoritmo utilizzato per la cifratura dell’unità, da cui venivano estratte le copie integrali dei testi universitari protetti dal diritto d’autore.
Cosa rischiano i tre
Le tre persone denunciate, a cui è stata comminata una sanzione pecuniaria di oltre 2,3 milioni di euro, rischiano la reclusione da sei mesi a tre anni ed un ulteriore multa da 2.582 a 15.493 euro.
A giugno altri tre gestori di copisterie denunciati
L’attività di servizio si inserisce in una più complessa ed articolata operazione di polizia condotta a tutela del diritto d’autore, già avviata nel giugno dello scorso anno, che aveva portato alla denuncia di altri tre gestori di copisterie e al sequestro di migliaia di testi illegalmente riprodotti.
I libri copiati
Il fenomeno della “reprografia illecita”, ovvero della copia abusiva di opere editoriali, fra cui i testi didattici, genera un giro di affari che lede i diritti degli autori e delle case editrici: nel caso in questione, i libri in formato digitale sequestrati, essendo quasi esclusivamente testi universitari, venivano venduti agli studenti ad un prezzo considerevolmente inferiore rispetto a quello di copertina, consentendo ai titolari delle copisterie di conseguire, nel tempo, ingenti introiti in maniera illecita. La pratica, oltre che illegale e gravemente dannosa per la proprietà intellettuale, costituisce una pratica commerciale sleale per le case editrici e le librerie, che ne subiscono gravi conseguenze economiche dovute alla diminuzione degli acquisti di opere originali.
Quanto si può fotocopiare di un libro
La legge sul diritto d’autore, infatti, consente solo la riproduzione parziale di opere dell’ingegno commercializzate, nel limite massimo del 15% di ciascun testo, esclusivamente “per uso personale” e previo pagamento di un compenso forfettario che ciascun punto di riproduzione deve corrispondere alla Siae.
L’operazione portata a termine dai militari della Guardia di Finanza di Perugia, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica, si inserisce nel più ampio quadro della costante e penetrante attività svolta dal Corpo sul territorio, a contrasto di ogni forma di illegalità economico-finanziaria, a tutela dei marchi, dei brevetti e dei diritti d’autore in genere.